Torna a Gender Bender 2016 il programma di cortometraggi Same, same but different dedicato agli studenti e agli insegnanti delle scuole superiori che ha come obiettivo l’educazione alle differenze di genere. La prossima proiezione è prevista per il 3 novembre, presso il Cinema Lumière di Bologna.

Vergogna, conflitto, isolamento, ma anche dialogo, comprensione e soprattutto empatia: sono solo sei delle possibili parole chiave dei sei cortometraggi selezionati per Same, same but different, la proiezione mattutina dedicata da Gender Bender alle classi delle scuole superiori. Il riassunto migliore l’ha fatto forse Carlotta, una studentessa presente fra il pubblico, che durante il dibattito (condotto da Alex Mosconi, responsabile del Progetto Scuola Cassero, e Daniele Del Pozzo, direttore del Gender Bender festival) ha osservato che “ci vuole tanto lavoro” per fare coming out – con se stessi, con gli altri, per gli altri. In ogni storia, come in una tela, si intrecciano “spunti di riflessione legati alla famiglia, all’apparire, all’amicizia, all’amore, alla disabilità e tanto altro ancora” che attraversano circostanze e culture. In Lost and Found, un ricatto legato alle prime esperienze omosessuali costringe un ragazzino israeliano a un difficile coming out con il padre; in Gaysians, alcune storie di migranti LGBT di seconda generazione a New York ci raccontano di radici amate e contaminate, complessi intrecci di cibo, lingue, pregiudizi e accoglienza; nel canadese Bedding Andrew, omosessualità e disabilità si intersecano in un racconto di iniziazione sessuale e di introspezione sentimentale in cui molte persone potranno riconoscersi, indipendentemente dalle proprie circostanze. Tensione e leggerezza si alternano in Veracity, protagonista una studentessa di colore alle prese con gli interrogativi, la paura dello stigma e la ricerca dell’intimità di fronte alla scoperta del proprio essere lesbica, e nello svedese Mother knows best, dove un coming out che ci appare inizialmente agevole, sereno e scontato si complica durante un dialogo in auto fra madre e figlio.A strappare i maggiori applausi è stato però l’ultimo cortometraggio proiettato, Pink Boy, che ha chiuso la mattinata sulle migliori note possibili di empatia, speranza e liberazione. Questo breve documentario ci fa conoscere una coppia alquanto speciale: la bull dyke BJ alle prese con la favolosità del figlio adottivo Jeffrey/Jesse, sei anni, appassionato di vestiti, glitter, parrucche e costumi da principessa, il tutto nell’ambiente conservatore della Florida rurale. Negoziando sul terreno instabile fra il desiderio di libertà e di sicurezza per Jeffrey/Jesse, BJ ci strappa più di un sorriso raccontando di come avesse adottato un figlio perché le piaceva l’idea di crescere un maschio, per poi trovarsi a familiarizzare con le bambole e i vestiti rosa accuratamente evitati per oltre cinquant’anni. Nell’insieme di racconti proposto da questa rassegna, l’educazione alle differenze si fa dunque pienamente intersezionale, trasversale e spesso reciproca, attraversando culture, generazioni e identità.

Same, same but different ritorna giovedì 3 novembre, alle ore 10, presso il Cinema Lumière (piazzetta P. P. Pasolini, 1). L’ingresso è gratuito. Per prenotare le proiezioni: schermielavagne@cineteca.bologna.it – tel. 051 2195329.

 

Per saperne di più

Same, same but different

Il programma completo di Gender Bender 2016

Il sito ufficiale di Gender Bender

Progetto Scuola e Formazione Cassero