di Vincenzo Branà
“Ci sono donne piene d’amore/ sono spade e forcelle e assi/ nella manica”: questi versi sono contenuti in un poemetto di Mariangela Gualtieri. Si intitola Un niente più grande. Sono versi che testimoniano quel peso di “una polvere di stelle primarie” di cui le donne si fanno carico, quotidianamente.
Non c’è solo la polvere di stelle, in realtà: ci sono i macigni dei ruoli di genere imposti, le disparità di trattamento, i cosiddetti “soffitti di cristallo”. E nonostante questo ci sono donne che dirigono con successo colossi imprenditoriali, che viaggiano nello spazio, che vincono premi Nobel, che passano alla storia.
Un giorno un amico caro e molto saggio mi disse: “stai attento, perché se almeno i maschi eterosessuali sono in gran parte destinati a relazionarsi con le donne, quelli omosessuali possono farne a meno“. E spesso, in effetti, lo fanno. Sull’onda dell’orgoglio con cui lo scorso 27 giugno siamo scesi in piazza, mettendo in rete rivendicazioni e sguardi con tante e tanti compagni di strada, inauguriamo a luglio un percorso di ascolto e di confronto con la politica delle donne.
Dialogando con loro abbiamo costruito un percorso che congiunge in un’unica costellazione le storie e le esperienze di donne che si sono relazionate con la materia del potere. E nel frattempo abbiamo chiesto anche ad alcune studiose di fornirci le chiavi di lettura storiche e teoriche per interpretare e tenere assieme quelle storie. Vorremmo offrire questo percorso a uomini e donne, indistintamente. Vorremmo valorizzare un giacimento di esperienze e prospettive affinché diventi un bene comune e contribuisca a reimpostare il dibattito sull’identità di genere, nel rapporto con la politica e le sue strutture. Abbiamo portato alla luce “la città delle dame” che vive nel cuore di Bologna. E per il mese di luglio ci trasferiamo li.
pubblicato sul numero 7 della Falla – luglio/agosto/settembre 2015
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