di Elisa Manici e Giuseppe Seminario

#andràtuttobene è lo slogan coniato per (auto)incoraggiarsi a tenere duro durante il periodo difficile che tutta l’umanità sta attraversando. Il Covid-19 si è abbattuto su di noi con la forza di una distopia reificata, seminando morte ovunque si posi il suo alito infetto. 

Fatta salva la necessità di essere ottimist* per non impazzire, sappiamo che tutto bene non andrà, tutto bene non sta andando già ora. Donne costrette alla convivenza forzata col proprio aguzzino, che a volte sfocia in femminicidio, giovani LGBT+ abitualmente fuori sede che devono subire genitori omolesbobitransfobici, dormitori per homeless privi di protezioni, idem le strutture per i migranti (per non parlare dei campi profughi, fuori dall’Italia), carceri sovraffollate, disagio psichico, disperazione per la perdita di tanti lavori e la povertà. Il cahier de doléances è lungo.

Nel primo periodo di propagazione del virus si era diffusa la retorica falsa della livella, del virus democratico che tocca tutt* allo stesso modo. Una enorme sciocchezza: il virus ha, al contrario, evidenziato le disparità nelle condizioni di vita materiali e le loro conseguenze, a cominciare dalla qualità della vita durante la quarantena. Il capitalismo mostra in modo drammatico le sue debolezze strutturali

Nel suo piccolo, anche il Cassero affronta difficoltà significative dovute in primo luogo ai denari per mandare avanti la baracca, che ha una serie di dipendenti e offre alla città tanti servizi. Vogliamo però rassicurare lettrici e lettori, soci*, la comunità LGBT+ e bolognese tutta, che stiamo continuando a lavorare, in rete, sia per la nostra sopravvivenza, sia per renderci collettori efficaci delle istanze delle ultime, dei dimenticati, di tutte le persone la cui esistenza si cerca di rimuovere anche senza pandemie in atto.

Il Cassero esiste dal 1982, continua a esistere nella quarantena, ed esisterà anche dopo: occorre reinventarsi, ma la capacità di cambiare forma è segno di intelligenza, oltre che garanzia evolutiva di sopravvivenza. D’altronde le frocie sono coriacee, e confidiamo che, anche quando l’umanità si sarà inevitabilmente estinta, fra molti secoli, gli osservatori alieni ci troveranno con la nostra corazza glitterata, uniche superstiti insieme agli scarafaggi.

Pubblicato sul numero 54 della Falla, aprile 2020

Immagine da gaypress.it

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