Il corpo è al centro di questo spettacolo doppio, presentato venerdì 11 e sabato 12 settembre al Parco del Cavaticcio durante la XVIII edizione di Gender Bender.

Nel primo, Daniele Ninarello, in collaborazione con il MART di Rovereto, parte dalla propria esperienza, mostrando la vulnerabilità del proprio corpo, nudo sulla scena. Nella fragilità trova, durante la performance, il proprio potere, muovendosi come la puntina di un grammofono su un disco, incidendo sulla propria pelle le offese ricevute dall’esterno, ma armonizzandole nella danza.

Il secondo lavoro parte invece da un’unione tra lo stato razionale e quello emotivo (è la traduzione del titolo giapponese Kokoro, concetto che la performer e coreografa Luna Cenere scopre per la prima volta ne L’attore invisibile di Yosho Oida e Lorna Marshall). Parola utilizzata nella meditazione, kokoro diventa per Cenere una pratica con la quale intersecare l’individuale all’universale. Sulle musiche di Gerard Valverde la danzatrice presenta sulla scena un corpo multiforme: scritto e determinato nelle sue fattezze («mediterranee», le ha definite la stessa Cenere in un’intervista) ma indefinibile, in continua trasformazione. «Una volta mi sono innamorata» ripete durante lo spettacolo una voce «e ho riscritto questa storia mille volte»: così durante la danza Cenere ricostruisce il proprio corpo, imponendone la presenza in scena, ma fugando ogni tentativo di classificazione.

Immagini nel testo di orienteoccidente.it e fattiditeatro.it