It makes your dick bigger, your pussy wet… and changes society?
Il sito web PornHub strizza di nuovo l’occhio al pubblico femminile lanciando l’iniziativa Fuck your period, un invito alla masturbazione con le mestruazioni. Rispondendo a tre domande su tipologia e durata del ciclo si accede alla possibilità di godere gratuitamente di un account Premium – streaming on-demand e contenuti in alta definizione – per 5/7 giorni al mese. Il tentativo, dichiarato dalla stessa brand manager Alexandra Klein, è quello “di rompere il tabù nei confronti del porno e della sessualità in genere”.
Siamo di fatto nell’era di una vera e propria rivoluzione a tema: i sexy shop hanno conquistato molti centri città, un libro come Cinquanta sfumature di grigio, che per quanto altamente criticabile ha comunque in sé contenuti fortemente Bdsm, è tra le liste dei best seller e ha altresì ricevuto un ampio consenso da parte del pubblico anche nelle trasposizioni cinematografiche. Di fatto la generazione più esposta a immaginari sessuali è anche la prima a vivere in un’epoca in cui la dimensione sessuale identitaria sta avendo la possibilità di esprimersi in molte più sfaccettature rispetto al passato.
La pornografia e le sue piattaforme online hanno quindi in sé il seme di un cambiamento sociale, come sostengono Ogi Ogas e Sai Gaddam in A Billion wicked thoughts o ne sono semplicemente una fortissima rappresentazione?
Nel libro Pornografia di Massa Marco Menicocci afferma che nel linguaggio stesso del porno sia inevitabile rinvenire tratti significativi di contestazione dei modelli prodotti dalla stessa pornografia industriale; è infatti innegabile che l’apertura online al pubblico, la creazione di una vera e propria community come nel caso di PornHub, abbia portato a una liberatoria e
dirompente critica a contenuti imposti, da quelli principalmente estetici (con la nascita di categorie quali chubby e granny) a quelli di ruoli di genere e pratiche non eteronormative (ad esempio con una delle categorie più ricercate: sesso anale per uomini etero).
Tra le iniziative più o meno commerciali, dove possiamo andare a scovare le tracce di questo cambiamento sociale all’interno della piattaforma di porno online più cliccata al mondo?
Forse potrebbe bastarci andare ad analizzare una delle poche categorie che mettono d’accordo i gusti sia di persone etero cis, che LGBT+ e queer, ovvero quella del Bdsm. Come afferma Patrick Califia in Feminism and sadomasochism: “La dinamica tra top e bottom è assai diversa da quella tra un uomo e una donna, bianco e nero o alta borghesia e ceto operaio. Questi sistemi sono ingiusti perché assegnano privilegi basati su etnia, genere e classe sociale. Durante un incontro sadomaso, i ruoli sono acquisiti e usati in modi molto diversi. Se non piace essere un top o un bottom, basta invertire registro. Si provi a farlo col genere o con l’etnia o con lo status socioeconomico”.
Oppure potrebbe essere utile iscriversi a PornHub Premium (di escamotage gratuiti ce ne saranno ancora nel futuro) e farsi un giretto nella grande community. Per quanto ciò che ci eccita sia senza dubbio connesso a stereotipi e pregiudizi inconsci ed imposti dalla società, il mondo degli amanti del porno potrebbe in effetti rivelarsi molto più libero dalle regole superficiali e autoimposte che ci muovono nella vita reale.
pubblicato sul numero 34 della Falla – aprile 2018
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