In un mondo che crolla, ri-partire da sé mi pare la via per salvare ciò che di autentico rimane tra le macerie.

Partire da sé, come giornale, significa salutare la nostra sessantunesima uscita con stoicismo amaro, senza rassegnazione. La pandemia ci ha condannate all’evanescenza, perché noi, ostinatamente cartacee, siamo da mesi piegate al virtuale, ma non spezzate: lottiamo e lotteremo sempre per la nostra presa di parola pubblica.

Partire da sé, come Cassero, significa fare i conti con il momento più oscuro della storia del circolo. Sulle nostre spalle di amazzoni poggia il peso di un’avventura lunga più di tre decadi e a noi spetta il compito di continuare questa biografia collettiva, di difenderla dalle violenze di un virus e di un’economia scabrosi.

Partire da sé, come città, significa costruire una rete fittissima di relazioni tra associazioni sorelle e fare, insieme, il salto ontologico verso una reale comunità. Guardare negli occhi Bologna significa anche riconoscerne i nemici, sia quelli a viso scoperto sia quelli subdoli che si fingono compagni: bisogna smascherarli presto, perché le elezioni comunali sono alle porte e dobbiamo individuare chi vive e sostiene le istanze delle nostre soggettività storte e chi, invece, ama solo il narcisismo del potere.

Ci aspetta molto lavoro in questo 2021. E molta fatica, perché saremo più povere, disoccupate e imbruttite dalla competizione violenta per le risorse e per la vanagloria. Eppure dobbiamo riconoscere la nostra funzione essenziale, quella di traghettatrici: siamo noi a dover custodire La Falla, il Cassero e Bologna per poterle consegnare a chi erediterà il testimone. Teniamoci strette le une alle altre e costruiamo un 2022 in cui festeggiare gli ottanta numeri del nostro giornale, i quarant’anni del nostro circolo e una comunità LGBT+ bolognese più egemone che mai.

Ecco l’autenticità tra le macerie: l’amore e la rabbia. «L’amore e la rabbia contenevano già il germe di una guarigione parziale, anche dinanzi alla distruzione incessante» (Haraway, 2019).

Pubblicato sul numero 61 della Falla, gennaio 2021

Immagine da GenderBender