Gender Bender porta una storia al contempo privata e politica sugli schermi del Lumière, in una Cuba dove l’ideologia annichilisce chi non si conforma, perché maricón o semplicemente dotato di pensiero critico.
di Roberto Pisano
Santa si occupa di una fattoria, la sua routine di cura del bestiame viene interrotta dalla richiesta del Consejo di farsi carico di una sorveglianza particolare. Dovrà vigilare per tre giorni la casa di Andrés, autore sgradito al regime e dichiaratamente omosessuale, assicurandosi che questi non possa raggiungere i microfoni della stampa straniera accorsa per il Forum internazionale della pace. Il volto arcigno di Santa incarna la dedizione alla causa, è espressione del rigore del sistema. Con fare sprezzante si presenta a casa dello scrittore, piazzando la sua sedia sotto il sole cocente in mezzo al cortile.
Con il rischio di scomodare precedenti illustri, l’eco di Una giornata particolare non è affatto flebile: siamo in un paese dove il regime è omofobo e i due protagonisti sono un omosessuale esecrato dal potere e una donna etero che non conosce reale emancipazione. Due persone agli estremi opposti – uno eversivo che paga la sua lotta con una sofferenza perpetua, l’altra ciecamente obbediente al Partito – ma entrambe incapaci di concedersi un’esistenza autodeterminata.
Così a creparsi è anche l’idea di virilità di Santa, invaghita del capo Jesùs – maschio latino stereotipato e autoritario – che però è sposato e avvezzo a intrattenersi con altre procaci colleghe. E che inevitabilmente dissolve le illusioni della ragazza. Un gioco di specchi che la costringe a ripensare la sua opinione del prigioniero temporaneo e mettere in dubbio la fino ad allora salda fede politica. In un paese dove in fondo le compagne senza macchia vengono relegate a lavori di merda, mentre i mediocri comandano e chi procura dolore circola libero senza alcun disonore.
Nonostante qualche ingenuità registica e la scrittura un po’ acerba (Carlos Lechuga è in realtà sceneggiatore e regista piuttosto rodato e premiato in diversi festival latinoamericani), resta il ritratto delicato di un rapporto emotivo irregolare. Un piccolo romanzo di formazione sentimentale di cui Santa e Andrés stessi non avrebbero mai pensato di diventare protagonisti.
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