Per la terz’ultima serata di festival, Gender Bender ci ha proposto Oriented, un documentario diretto da Jake Witzenfeld che segue le vite di Khader e dei suoi amici Fadi e Naim; tre ragazzi gay palestinesi cittadini di Israele che vivono e lavorano a Tel Aviv.
Contrariamente a quello che ci si aspetterebbe da un film israeliano che parla di gay palestinesi, Oriented non parla di eroici ebrei progressisti che tentano di aiutare e proteggere i poveri palestinesi dalle ripercussioni politiche, sociali e culturali dell’essere gay nel mondo arabo. Questo lo capiamo direttamente dalla prima scena, che ci mostra i tre giovani protagonisti riuniti in un appartamento di Tel Aviv, che si preparano per un party all’Anna Loulou, un famoso bar di Jaffa: “Ci saranno ebrei alla festa?”, chiede uno di loro. Certo che ci saranno, gli viene risposto; ma sono nostri supporter, non vengono cantando “Viva la Occupation”. A questo il terzo dei ragazzi, con forte ironia commenta, scatenando complici risate nel gruppo: “Già, vengono per salvarci! I nostri salvatori!”.
Con questo breve inizio il pubblico si trova di fronte alle tre principali tematiche di tutto il film: la rottura dello stereotipo del ragazzo arabo gay nella vita di tutti i giorni e nel rapporto con la famiglia, il mondo gay al di fuori di Tel Aviv e il controverso rapporto tra gay arabi e gay ebrei, tra coppie miste, odio politico e manifestazioni. Durante un periodo di 18 mesi il film viaggia da Tel Aviv ai villaggi di origine dei tre ragazzi, da Berlino ad Amman; è il periodo che coincide con la guerra a Gaza del 2014 e le vicende vengono spesso attraversate da rapimenti e omicidi raccontati dai telegiornali, senza però entrare prepotentemente nei discorsi o nelle riflessioni dei protagonisti, ma rimanendo un costante sottofondo. Ed è forse proprio su questo che si concentra il regista nel tracciare le storie e le opinioni politiche di Khader, Fadi e Naim: rendere il conflitto israelo-palestinese non più protagonista ma contesto non totalizzante. Questo sicuramente lascia spiazzati gli spettatori nel seguire le creazioni dei video provocatori su YouTube o il successo con il quale tutti e tre gestiscono il coming out nell’ambiente arabo. O ancora nell’ascoltare Khader parlare della propria esperienza da membro della nuova generazione di palestinesi,davanti ad un pubblico ebreo all’Open Center LGBTQ di Tel Aviv, quando tutti si aspetterebbero una scelta tra la propaganda israeliana e la feroce critica anti-occupazionista. Oriented questa scelta non la fa mai, lasciando il pubblico con la sensazione momentanea di non aver ricevuto quasi niente, ma allo stesso tempo avendo decostruito uno stereotipo vecchio di 60 anni nel giro di un’ora e mezza.
Per saperne di più
Il programma di cinema di Gender Bender 2016
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