KATE WINSLET E SAOIRSE RONAN PER LA PRIMA VOLTA INSIEME IN UNA STORIA D’AMORE

Pare che per questo film Kate Winslet abbia preso in mano la regia della scena di sesso principale (molto bella, ma sempre troppo breve) e organizzato una troupe ristretta tutta al femminile, per far sentire a suo agio la coprotagonista e partner della scena, Saoirse Ronan. E pare anche che abbiano scelto il giorno del compleanno della giovane ventiseienne per girarla, così che avesse un bel ricordo. Alzi la mano chi non vorrebbe festeggiare il proprio compleanno con Kate Winslet che si prende cura di voi!

L’atteso Ammonite di Francis Lee, sceneggiatore e regista britannico poco noto, ma già premiato per Terra di Dio, film ispirato alla sua vita personale in cui racconta l’amore tra due ragazzi di campagna, supera l’esame di diversi criteri di valutazione lesbica: nessuna traccia di male gaze (forse grazie al Winslet gaze), rispetto per le donne pioniere ignorate e poi derubate dal patriarcato, grandi attrici pienamente protagoniste, interpretazione credibile, passione misurata ma assolutamente presente, tensione sessuale garantita a ogni struscio di gonna.   

Certo, dopo Ritratto della giovane in fiamme di Céline Sciamma, il cliché delle lesbiche in costume a cui ci aveva già abituate Sarah Waters, arricchito dal romanticismo del mare d’inverno e di una donna che trasmette la sua passione – pittura o fossili non importa – a un’altra donna, facendola innamorare di sé, inizia a essere un dejà-vu. Senza contare che il tema narrativo ricorrente della differenza sociale, che all’inizio allontana e poi attrae, ha fatto la storia della letteratura e del cinema. Persino strizzare l’occhio al maternage nelle relazioni tra donne ci ha un po’stancate, ma anche qui potrebbe aver influito il Winslet gaze

Eppure, ogni dejà-vu di Ammonite non basta a farci staccare lo sguardo dallo schermo. Ci godiamo il film per quello che è: una bella storia d’amore vintage e una scoperta biografica interessante, talmente tanto da far scoppiare una vera mania per Mary Anning, personaggia storica candidata a comparire sul nuovo biglietto da 50 sterline e a troneggiare come statua. 

Peccato solo che la cacciatrice di fossili britannica sia morta di stenti e misconosciuta. La biografia di Mary Anning, impersonata da Kate Winslet, non è esattamente ricca di notizie. Potete trovare scarne e ripetute informazioni sul suo essere stata colpita da un fulmine quando era piccola, sull’auto-formazione nella ricerca e nello studio dei fossili, sulla sua breve carriera di paleontologa, nonostante abbia scoperto i primi fossili marini di scheletri completi giurassici, e nonostante questi siano esposti al Natural History Museum di Londra. Per inciso, proprio il Natural History Museum ha deciso di dedicarle un’intera ala solo nel 2019.

Il caro Francis, regista e sceneggiatore di Ammonite, ha pensato bene di interpretare i vuoti della biografia privata di Anning a suo modo, immaginandola coinvolta in una relazione con una donna più giovane, Charlotte Murchison (Saoirse Ronan), moglie di un noto paleontologo e a sua volta geologa. 

A quello che resta della famiglia Anning questa visione non è piaciuta (ma dai?), così la mente corre subito a tutta la fatica di Barbara Hammer – altra pioniera lesbica – nel riportare a galla le storie sommerse di artiste lesbiche. 

Perché, quindi, non immaginare un’identità lesbica anche per una paleontologa che non annovera né fidanzati né mariti in un’epoca, la prima metà del 1800, in cui il matrimonio poteva salvarti dalla povertà?

Mary Anning aveva sicuramente scelto la libertà, il suo paesino sulle coste del Devon, il suo mare, i suoi fossili. Il film lo evidenzia dall’inizio alla fine, ed è la parte più sottile e sensibile della visione del regista. Neanche l’amore di una donna che finalmente riesce a scalfire il suo guscio d’ammonite riuscirà a chiuderla in una gabbia relazionale, a portarla via dai suoi punti di riferimento. Niente compromessi col mansplaining per Anning, che nella vita ha solo dato consigli e pareri da esperta, senza essere mai citata dai colleghi scienziati. Nessun compromesso con le relazioni di coppia per una donna che ogni mattina amava passeggiare da sola sulla spiaggia in cerca di tesori del passato.

Se guardate le immagini con cui viene ritratta la vera Mary Anning, con il suo cappellino, la sua gonna a pieghe e il suo cestino per la raccolta dei fossili, troverete geniale come nel film, sotto quella gonna, il regista abbia scelto di immaginare un bel paio di pantaloni sportivi (comodi anche per pisciare in piedi, se necessario) e degli scarponcini che non hanno nulla da invidiare alle Blundstone delle nostre migliori amiche lesbiche. 

Geniale anche la scelta di due attrici distanti anagraficamente ma così simili per personalità e piglio: non a caso Saoirse Ronan è già definita dai più «la nuova Kate Winslet».

Decisivo vedere in Kate Winslet il volto perfetto di una donna poco attenta alle apparenze, fiera di essere se stessa e libera, in una parola, butch.

Insomma, Ammonite non sarà un film biografico e fedele alla storia, ma possiamo sicuramente annoverarlo tra i film lesbici, di quelli belli. 

Immagine in evidenza da wikipedia.org, immagine nel testo da sentieriselvaggi.it