Nella vita di mare, il passaggio dalla luce del ponte al buio della sentina può essere breve: tra gli anni ‘40 e ‘50, narrano le storie, le lesbiche desiderose di incontrare altre allieve di Saffo presero a tatuarsi una stella nautica all’interno del polso. Facile da coprire di giorno con orologi o bracciali, questo simbolo si rivelava invece efficace negli incontri notturni, alla ricerca del tocco di un momento o forse anche di qualcosa di più.

Il manifesto sussurrato di questo particolare orientamento è divenuto a pieno titolo un simbolo dell’autodeterminazione sessuale: oltre certo a essere effige di marinai, musicisti punk rock e ignare giovincelle che di questi tempi spesso se ne tatuano una dietro l’orecchio, tra un bar code e il simbolo dell’infinito.

pubblicato sul numero 30 della Falla – dicembre 2017

immagine realizzata da Claudia Tarabella