Presentazione del fumetto P. La mia adolescenza Trans
La mia adolescenza trans, si classifica fin dal titolo come spiazzante. Non per coincidenza infatti è diventato un caso editoriale: dato l’enorme successo dell’autrice, prima su internet e poi con Romanzo esplicito (Feltrinelli 2018), non stupisce che dopo due sole settimane dall’uscita, a metà settembre, fossero già esaurite le copie della prima tiratura. Rispetto al libro precedente questo risulta più organico nel contenuto, e il suo scopo è raccontare e condividere l’esperienza dell’autrice e la sua presa di coscienza come persona trans*, tramite il ricorso a temi che ne caratterizzano anche le vignette online. Fra questi spiccano le esperienze sessuali, tramite cui l’autrice ha l’opportunità di analizzarsi. Ne spiega la sua visione per la quale l’atto sessuale assume funzione liberatoria, particolarmente nei confronti dei dogmi religiosi o dei costrutti sociali che instillano in ciascuno di noi la vergogna e il pudore dei corpi.
Durante la presentazione, la rievocazione del percorso affrontato per realizzare il libro si è intrecciata con un vivace confronto fra i convenuti, nel quale sono stati esplorati e toccati vari punti dell’esperienza trans*.
Fumettibrutti ha raccontato come nel suo libro precedente ognuno si potesse riconoscere, perchè l’amore, ma specialmente il dolore che esso provoca, è un’esperienza universale. È in questa prospettiva che il nuovo libro, a suo avviso, rappresenta un passo avanti, orientato com’è a raccontare la scoperta e la consapevolezza della sua identità di genere.
Josephine non si dichiara un’attivista. Alla domanda: «Perché adesso [questo libro n.d.r.]?» risponde che non riteneva necessario il suo coming out, ma dato il clima attuale ha pensato che fosse il momento, nonostante la realizzazione molto sofferta. Le persone che hanno ricevuto un supporto da quest’opera sono tantissime, e, come Yole stessa ha ricordato, anche a lei sarebbe stata utile, nei suoi 15 anni. Si vagheggia anche l’esistenza di un mondo dove le persone possano semplicemente prendersi cura di loro stesse senza etichette, come fa il suo alter ego nel libro. Non voleva cancellare P., ma rivendicarl* perché non fosse cancellat*.
Emerge pertanto chiaramente la necessità di autori queer, trans* che riescano a pubblicare e si dichiarino tali. A prescindere dal contenuto delle opere, che si limitino a riportare un’esperienza come fatto da Fumettibrutti o che attraverso di esse si voglia consapevolmente fare attivismo, il messaggio politico che ne deriva è potentissimo.
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