ARRIVA FINALMENTE ANCHE IN ITALIA LA SERIE TV TRATTA DAI DIARI SEGRETI DI ANNE LISTER

Esce finalmente anche in Italia Gentleman Jack, la serie tv dedicata alla straordinaria figura storica di Anne Lister (1791-1840). Dal 26 marzo, per 4 venerdì consecutivi, ci si potrà sintonizzare su LaF (canale 135 di Sky), alle 21.10, per seguire le vicende di colei che è stata definita la prima lesbica moderna. Il sottotitolo della versione italiana – Nessuna mi ha mai detto di no – ben colloca la trama, individuando il punto di forza di Anne Lister nella sua ferma volontà di vivere secondo le sue regole e i suoi desideri in un tempo in cui non era concesso molto alle donne e niente alle lesbiche (se l’omosessualità maschile era reato, il lesbismo non rientrava neppure nei radar della morale). È per sua stessa ammissione se sappiamo che nessuna le ha mai detto di no perché era ben consapevole di piacere alle donne. Lo scrive infatti in uno dei suoi tanti diari il 13 novembre del 1816, come riporta l’epigrafe del libro, anche questo altamente consigliato, Nessuna mi ha mai detto no. Anne Lister e i suoi diari segreti di Angela Steidele, pubblicato da Somara! Edizioni, con la traduzione di Margherita Giacobino. 

La storia di Anne Lister è decisamente affascinante per la condotta audace nella vita sia privata sia pubblica, il tutto quasi ossessivamente registrato nei suoi diari: 5 milioni di parole, 7720 pagine per un totale di 27 volumi, di cui circa un terzo cifrate in un codice personalissimo, la «crypthand» secondo una sua definizione, un misto di greco, latino, simboli matematici e zodiacali. In codice infatti Anne Lister ha meticolosamente registrato la sua vita privata, il suo amore profondo per le donne, l’attrazione erotica immaginata e vissuta con le tante amanti, l’assoluta certezza di voler vivere in totale libertà ogni singolo aspetto della passione amorosa. I diari di Lister sono in questo senso un materiale d’archivio unico vista la rarità con cui certe esperienze non convenzionali sfuggivano alla cronaca delle vite quotidiane di altri tempi; non ebbero vita semplice tanto che, anche quando il codice fu decifrato, rimase il problema, ben più grave, dell’inappropriatezza dei contenuti. Fu solo nel 1988, con l’edizione curata da Helena Whitbread, che furono rivelate le tante storie d’amore lesbiche di Anne Lister. Whitbread lavorò ai diari in un periodo particolarmente favorevole agli studi lesbici che stavano appunto cercando di respingere la nozione dominante di “amicizia femminile romantica”, secondo la quale l’attività sessuale tra donne era altamente improbabile prima del periodo tardo Vittoriano. È stato proprio durante gli anni ’90 che le studiose Terry Castle, Anna Clark e Lisa Moore hanno attinto a piene mani dalle edizioni dei diari appena pubblicate da Whitbread per smarcarsi dall’idea malefica, ed evidentemente anche infondata, che non esistessero lesbiche prima del 1900 e celebrare infine la scoperta di una donna che ha meticolosamente registrato quello che faceva a letto, sui divani e in luoghi più o meno ameni con altre donne. 

Un materiale così incandescente non poteva sfuggire al fagocitante mondo seriale che molto condiziona l’immaginario collettivo odierno. Già nel 2010 ci fu un adattamento televisivo della storia di Lister, The Secret Diaries of Miss Anne Lister, prodotto da Bbc Two, ma è nel 2019 che Lister diventa oggetto di grande attenzione mediatica, presentandosi sugli schermi televisivi via Hbo negli Stati Uniti e Bbc One in Gran Bretagna con la serie televisiva Gentleman Jack, ideata e sceneggiata da Sally Wainwright, rimasta in sospeso per circa 20 anni prima di arrivare in porto. Breve digressione per ben lodare i festival di cinema e cultura LGBTQIAP+ italiani fondamentali per la diffusione di film e serie tv che sempre faticano a trovare una via sui nostri schermi: grazie a Soggettiva 2010, per la direzione di Elisa Manici, fu possibile vedere The Secret Diaries of Miss Anne Lister e grazie a Immaginaria 2020, per la direzione di Cristina Zanetti e Elena Rossi Linguanti, sono state proiettate in anteprima i primi due episodi di Gentleman Jack.

A differenza del film, che si concentrava sul primo periodo della vita adulta, più precisamente sulla relazione con l’amatissima Mariana Belcombe che le spezzò il cuore, non ritenendo possibile una vita fuori dalle convenzioni sociali, la serie tv inizia quando Lister ha già 41 anni. La segue quando prende in mano le redini di Shibden Hall, la tenuta di famiglia a Halifax nella contea dello Yorkshire, entra in conflitto con molti dei proprietari terrieri della zona, decidendo di sfruttare meglio e in modo indipendente le miniere di carbone presenti nella sue proprietà. Soprattutto, si impegna per trovare una “moglie”, una female companion, che individua nell’ereditiera Ann Walker (Sophie Rundle). La presenza scenica di Anne Lister, interpretata magistralmente da Suranne Jones, è totalizzante e magnetica: vestita completamente di nero, abiti maschili, cappello a cilindro – una totale licenza poetica, come confermato dall’attrice – e un incedere sicuro e spavaldo che sembra dire a chi guarda di non aver paura di essere e volere quello che si desidera. 

Anne Lister è una figura straordinaria non solo perché ha permesso di ribaltare la presunzione omofobica che non esistessero relazioni sessuali tra donne. Non ebbe mai paura della propria attrazione per le donne, che considerava naturale: nessun senso di colpa, nessuna disperazione o una qualche forma di disprezzo represso o interiorizzato, ma solo la consapevolezza della sua “stranezza”, la sua oddity. Lister rese quel «Gentleman Jack», certamente dispregiativo nei suoi confronti («Jack» era un termine gergale per indicare quella che oggi si direbbe una dyke, una «lesbicaccia», volendo proprio tradurlo in italiano), il suo cavallo di battaglia, con una modernissima forma di rovesciamento semantico, più volte confermata da Wainwright.. Non solo il lesbismo, quindi, ma una personalità degna di nota anche per il suo ruolo economico e politico, per i suoi studi di anatomia con lo scienziato Georges Cuvier (con cui secondo Helena Whitbread si confrontò sul suo essere donna forse intrappolata in un corpo maschile), per i suoi tanti viaggi anche da sola, sconsigliatissimi a una donna, per la fisicità atletica che l’ha portata a essere un’alpinista esperta. Legata politicamente ai Tory, non sembrava avere particolare interesse per il personale al suo servizio o per i minatori, spesso poco più che bambini, che lavoravano nelle sue miniere, e non era per nulla interessata alla questione femminile (ricordiamo che le donne non avevano neanche diritto di voto). La serie tv, più di quanto non avesse fatto a suo tempo il film, è abbastanza accurata proprio perché presenta sia le luci sia le ombre di Anne Lister, non temendone le contraddizioni, tante e alcune anche poco gradevoli. Lo sappiamo che c’è sempre una grossa questione sulla presunta positività (anche se oggi questa parola ha un richiamo vagamente sinistro) dei modelli che passano sugli schermi. Ma, e sono d’accordo con Margherita Giacobino, che ne ha parlato in una puntata del mio podcast Reno, 1959, «è importante vederla così com’era. Lei non voleva assolutamente essere un modello; anzi ci teneva a essere un’eccezione […] Può anche darsi che, come conclude Angela Steidele nel libro Nessuna mi ha mai detto no citato all’inizio, ci si senta tradite da lei […]: «La mia esperienza con Anne Lister è stata simile a quella di tutte le altre donne della sua vita: prima mi ha sedotta e poi mi ha tradita». Ma questo accade solo se si ambisce a dei modelli rassicuranti. Chi cerca invece qualcosa di più reale non rimane tradita perché Anne Lister è una seduttrice che crede nella coppia; è una bugiarda che nei suoi diari ci dice la verità; è una personalità travolgente che ha le sue debolezze, è piena di piccolezze, di vizi e di contraddizioni con momenti di grande simpatia oltre che di grande antipatia. E questo per me è molto più interessante che un modello tutto positivo».

Quindi adesso non ci resta che metterci già in attesa della seconda stagione, di cui si sa solo che le riprese sono cominciate a novembre 2020, sperando che poi, una volta finita, sia presto tradotta e teletrasportata sui nostri schermi.