di Vincenzo Branà
Non è un caso che l’estate del Cassero si apra con il grido “Spazio all’orgoglio” dell’edizione 2017 del Bologna Pride e poi prosegua attraverso i mesi caldi con la bellissima programmazione di Zona Franca, la nostra rassegna estiva. Torna, nei due poli che abbiamo scelto per orientare la nostra stagione, il rimando a un luogo ideale, avveniristico quanto l’astronauta nei manifesti del 1° luglio e fuori dalle dogane – proprio come ogni zona franca – perciò dal paradigma di norme che esse impongono.
È attraverso la pratica culturale di immaginare spazi, luoghi vicini o lontani da quelli che attualmente attraversiamo, che vogliamo contribuire a tenere vivo il dibattito sugli spazi pubblici che attraversano la città, sul riconoscimento che ricevono dalle istituzioni e dal tessuto sociale, sul potenziale che esprimono in termini di relazioni, reti, cultura, welfare, innovazione.
Nelle mappe che abbiamo stampato sui pieghevoli della nostra Zona Franca si incrociano traiettorie non banali, si scommette sull’incontro tra generi e tra generazioni, si esplorano delle possibilità, accostando il teatro contemporaneo e la musica colta, le voci della televisione e quelle del jazz, la disco music e la balera. Fare cultura, programmarla in uno spazio cittadino, vuol dire muoversi alla conquista di un territorio, espandere un confine. Perciò la nostra Zona Franca, con le sue cartine attraversate da paralleli e meridiani, è il modo che abbiamo scelto per non mandare la politica in vacanza, tenendo lo sguardo vigile su ciò che dall’orizzonte ci viene incontro. Perché l’inatteso ci interessa e ci seduce, e perché la politica ha sempre bisogno di nuove idee, di visioni inedite, oltre che di una società pronta a intercettarle.
pubblicato sul numero 27 della Falla – luglio/agosto/settembre 2017
foto: Cassero LGBTI Center
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