Il sesso non è tutto, ma senza il sesso, tutto è niente

Sin dal 2002 con Do I Love You? e più tardi, nel 2007, con Tick Tock Lullaby, la scrittrice-attrice-regista-artista Lisa Gornick ha indagato spiritosamente le questioni filosofiche e psicologiche che suscitano cambiamenti e dubbi in molte relazioni.

Ora, per il suo ultimo progetto, The Book of Gabrielle, la britannica sposta ancor più in là le sue ambizioni, esplorando l’amore, la vita, il sesso e la sessualità con una produzione in multipiattaforma che contiene uno spettacolo dal vivo, un libro ed una prossima web serie. Il tutto, accanto ad un nuovo film che segue la protagonista Gabrielle (interpretata dalla stessa Gornick) attraverso il processo di scrittura proprio del libro, contemplando il suo rapporto con la fidanzata più giovane Olivia (Anna Koval).

Gabrielle conosce i libri di Saul (Allan Corduner) da sempre, avendo con loro l’ambiguo rapporto che si ha con qualcosa che ci affascina ed allo stesso tempo ci ripugna. Nonostante la loro differenza di età e il fatto che lei si possa definire “lesbica” mentre lui etero, qualcosa scatta quando si incontrano in una libreria durante la consacrazione dell’ultimo capolavoro di Saul. Entrambi ossessionati dal sesso ed entrambi ebrei secolari, sono le differenze che scoprono l’uno nell’altra ad affascinarli e sedurli vicendevolmente. Saul aiuta Gabrielle a superare i suoi problemi di blocco della scrittrice spingendola a descrivergli morbosamente i suoi amori passati e la sua vita privata. Allo stesso tempo, Gabrielle è altrettanto interessata ad esplorare la virilità, sua personale e quella maschile, attraverso Saul.

Mentre la loro relazione si sviluppa, lo stesso fa il suo libro, in disegni penna-inchiostro che rivelano non solo le esperienze di Gabrielle – dalle esplorazioni infantili, a quella da giovane adulta con uomini e donne, fino alla sua attuale situazione – ma anche il suo approccio alla vita. Ci si domanda: è Saul che la aiuta a trovare la sua voce artistica, o deve scappare dalle sue oppressive forme di patriarcato per trovare se stessa? The Book of Gabrielle cerca di rispondere a questa domanda con stile, spirito ed una buona dose di erotismo. Il famoso libro, infatti, non ha un tema qualunque: How to do it? è il suo titolo e si propone come guida al sesso per dummies fatta di immagini e suggestioni, non un banale decalogo di posizioni.

Il film tenta di mostrare la sessualità in modo molto chiaro, senza sensazionalismi, trattando il sesso come quello che è realmente, un gioco senza ruoli prestabiliti; un’idea che non combacia poi molto con quella che il classico sistema patriarcale ci ha tramandato, fatta di sentimenti e pulsioni controllate e mai troppo sopra le righe.

Il gioco di non presupporre ruoli fissi sembra essere il fil rouge che collega tutto il film; dal susseguirsi di scene che possono apparire surreali o messe lì a caso, alla caratterizzazione dei personaggi, non troppo marcati ma liberi di seguire gli avvenimenti, e che lascia agli spettatori la stessa libertà di pensiero e giudizio, lontana dell’idea di cinema come cattedrale di intrattenimento dove si viene cullati a suon di pubblicità e tutti sanno sempre perfettamente cosa fare e quando e come.

The Book of Gabrielle si bea del suo ritmo, tra inquadrature in primissimo piano e lunghi flashback monologanti, e legittima l’urgenza dell’autrice di tirarsi fuori attraverso l’arte, innanzitutto per dovere verso se stessa, e poi per ogni volta in cui siamo rimasti fermi contro una parete, rubando del tempo che non ci apparteneva veramente, a sentire cosa stavamo provando in quel momento, senza sembrarci strano.

Foto: Some Prefer Cake