Mercoledì 2 novembre il Gender Bender Festival 2016 ha proposto in prima nazionale il documentario Out Run dei registi S.Leo Chiang e Johnny Symons, passando dalle Filippine surreali e trash di Remington and the Curse of the Zombadings dell’edizione 2012, a quelle più realistiche, politiche, ma soprattutto cattoliche e omofobe.
Il documentario racconta la nascita di Ladlad, l’unico partito LGBT nel mondo, con il quale la transgender Bemz Benedito inizia la sua campagna per l’elezione al congresso: una mission impossible che finisce per coinvolgere, oltre agli attivisti queer a suo seguito, parrucchiere trans e regine di bellezza contro il loro principale avversario, il predicatore evangelico omofobico, nonché membro del congresso, Benny Abante.
Lo sguardo dei due registi si focalizza sulle vite delle protagoniste principali, seguendo con delicatezza le storie delle donne trans filippine, in un paese in cui, nonostante l’aumento di visibilità delle persone transgender, non si ha ancora una Gender Recognition Law, e dove, come ci raccontano le intervistate, i giornali stentano a parlare dell’omicidio di una donna trans, recentemente uccisa per aver usato il bagno delle donne.
Mentre gran parte del mondo occidentale discute e ottiene leggi per il matrimonio egualitario, le unioni omosessuali non rientrano nemmeno nel documento politico di Ladlad, il cui primo obiettivo è piuttosto una riforma della legge anti discriminazione per garantire uguali diritti per le persone omosessuali, bisessuali e trans.
Il documentario riesce a catturare molto abilmente le difficoltà e i retroscena della campagna politica fino al giorno delle elezioni: dall’infinito ottimismo e il grande entusiasmo di Benedito e le energiche parate di supporto a Ladlad, ai compromessi e le controversie che inevitabilmente circondano il partito durante tutto il film. Ogni dettaglio in Out Run è atto a rappresentare al meglio l’immensa responsabilità sulle spalle dell’unico partito LGBT al mondo nella sua battaglia per l’uguaglianza nelle Filippine: narrando l’avventura politica di Ladlad e alternandola con le diverse prospettive delle singole persone protagoniste della vicenda, il documentario riesce a mostrare la complessità delle vite e delle identità delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender e la loro capacità di superare in velocità (appunto, “outrun” ) i movimenti politici e le norme culturali in un paese conservatore e fortemente religioso come le Filippine.
Un documentario da guardare e riguardare, ma soprattutto una battaglia politica da seguire e supportare.
Per saperne di più
Il programma di cinema di Gender Bender 2016
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