LA CONSAPEVOLEZZA DELLA PUSSY GENERATION
di Irene Pasini
I millennials hanno un problema senza sapere di averlo. E no, non è né la mancanza di ambizione né tanto meno la svogliatezza nell’affrontare i compiti più semplici prendendosi delle responsabilità.
Clint Eastwood ha riassunto bene il problema dicendo: “In passato facevamo continuamente battute sulle razze diverse. Oggi puoi solo dirle coprendoti la bocca con la mano sennò sarai insultato come razzista. Lo trovo ridicolo. Ai miei tempi ogni gruppo aveva un ‘Sam the Jew’ o ‘José the Mexican’, ma non avevamo mica pensieri razzisti.”
Lo stesso Clint Eastwood ha più volte definito la generazione millennials “la pussy generation”, ovvero una categoria di smidollati, senza il coraggio di fare una battuta sulla minoranza discriminata del momento.
Non bisogna certo arrivare negli Stati Uniti per trovare dei paladini dell’umorismo libero: in Italia abbiamo avuto Silvio Berlusconi, criticato aspramente da questa generazione di infantili moralisti, quando definì “abbronzato” l’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama.
I millennials questo l’hanno capito bene e, con buona pace del repubblicano Clint Eastwood, non hanno intenzione di riderci più sopra.
pubblicato sul numero 41 della Falla, gennaio 2019
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