Alle ore 20:30 di ieri sera, in diretta TV, il presidente del consiglio dei ministri ha dichiarato che, dal 4 maggio, varranno le stesse regole della fase 1, con un piccolo allentamento sotto il profilo delle relazioni: si potranno incontrare, con le dovute precauzioni, anche i congiunti. Lo conferma il DPCM. Il termine “congiunti” passa il Rubicone della famiglia tradizionale e sancisce una separazione netta tra ciò che è eteronormato e ciò che non lo è, relegando nella sfera clandestina delle cose sacrificabili tutto quello che va oltre i contratti e i legami di sangue. È come dire che le donne non possono votare perché sono donne o che i neri debbono sedere in fondo all’autobus perché sono neri. Noi frocie – almeno quelle di noi che non hanno la patente di finocchie riconosciute dallo Stato – non possiamo riconoscerci e vederci, con le dovute precauzioni, perché siamo frocie. È sufficiente questa ontologia malsana per dirci che, nonostante i blandi processi di normalizzazione in atto, siamo sempre controcultura. E lo saremo ancora per un bel pezzo: ricordiamocelo quando, nei nostri party familiari, organizzeremo la disobbedienza.