C’era una volta la democrazia rappresentativa, una creatura mitologica che faceva sì che il popolo eleggesse dei parlamentari per rappresentarli. I banchieri eleggevano i banchieri. I panettieri eleggevano i panettieri. Le puttane eleggevano… E la comunità LGBT+ eleggeva nostra signora da Francoforte. La vita procedeva idilliaca finché un giorno un’orda di frocie, incazzate perché la perfida assise non voleva riconoscere i loro diritti, irruppe davanti al Senato: “Lotta anale contro il capitale”.

Quel giorno si consumò il cortocircuito della democrazia rappresentativa e nostra signora da Francoforte spezzò l’incantesimo: “Chi urla queste cose non mi rappresenta”. Possiamo biasimare la nostra Lady Anna Paola Concia per essersi dissociata e aver confuso rappresentanti con rappresentati? Sì, possiamo e lo facciamo.

pubblicato sul numero 14 della Falla – aprile 2016

immagine realizzata da Andrea Talevi