La ragazza dello Sputnik ha una trama apparentemente semplice e lineare: lui, il narratore, ama lei, lei ama un’altra, niente di più facilmente intuibile. Eppure, l’autore riesce, attraverso le sue parole e le sue metafore evocative, a sublimare la storia, imprigionandoci nelle pagine e facendoci immedesimare totalmente in ciascun personaggio.
Sumire ha 22 anni ed è un’ex studentessa della facoltà di lettere dell’università di Tokyo. Bramosa di diventare una scrittrice, sebbene ancora troppo ingenua, è capace di trasformare in scrittura tutte le cose che le affollano la mente. Tra i suoi miti letterari troviamo Kerouac e la beat generation. Sin dall’inizio del racconto, il narratore – di cui non scopriamo mai il nome – si dichiara innamorato di Sumire; i due si erano conosciuti fuori dall’università in un giorno di pioggia e avevano scoperto di avere in comune la passione per le biblioteche e per i mercatini di libri usati.
In occasione del matrimonio della cugina, Sumire incontra Myū, una donna di origini coreane, elegante, colta, raffinata e… sposata. Myū, già adulta e con una propria attività, offre a Sumire l’opportunità di lavorare per lei. Durante la cena, Myū sfiora con la mano il volto di Sumire, che per la prima volta in vita sua si sente travolta da un tornado di emozioni a lei sconosciute. La giovane accetta il lavoro e presto le due iniziano a trascorrere insieme tutte le pause pranzo, bazzicando per tutti i locali più alla moda di Tokyo e raccontandosi piano piano gioie e dolori delle loro vite tra un calice di vino e l’altro.
Murakami è stato molto criticato per aver scelto come protagoniste due donne, c’è chi lo ha accusato di non essere riuscito a cogliere l’essenza della psicologia femminile, e perciò lo ha condannato. Che sia riuscito o meno a coglierla appieno, i personaggi risultano comunque ben costruiti, ed enigmatici a sufficienza per costringere il lettore a prestare attenzione alle possibili chiavi di lettura. A nostro parere, invece, i personaggi sono ben costruiti, in molti casi volutamente enigmatici, caratteristica comune nei suoi romanzi, dove il lettore ha bisogno di molta attenzione per cogliere le possibili chiavi di lettura sparse tra le righe.
L’aspetto che più ci ha sorpreso del libro è stata l’apparente facilità di accettazione di sé da parte di Sumire, che «a ventidue anni si innamorava sul serio per la prima volta di qualcuno, e per caso quel qualcuno era una donna».
Il libro può essere considerato alla stregua di un Bildungsroman lesbico, dal momento che viviamo in prima persona l’evoluzione e la maturazione del personaggio di Sumire nel suo percorso ellittico: la conosciamo in un momento della sua vita in cui si sente priva di pulsioni sessuali e spaventata dalla possibilità non provare sentimenti per nessuno; successivamente avviene il colpo di fulmine, e per giunta nei confronti di una donna matura e sposata; Sumire, tuttavia, non sembra preoccuparsi troppo dell’identità di genere della persona amata e si lancia a capofitto in quella storia.
Per tutta la fitta trama di avvenimenti narrati, i tre protagonisti si rincorrono sempre, con le parole, col pensiero, con le azioni, ma non si raggiungono mai. Solo dopo avere ultimato la lettura riusciamo a capire come tra tutti gli elementi della trama ci sia un collegamento profondissimo: quando si conoscono, Sumire parla immediatamente a Myū di Kerouac e del tema del viaggio, metafora di crescita e cambiamento; le due intraprendono un lungo viaggio d’affari attraverso l’Italia e la Francia, per poi decidere di fare una piccola sosta in Grecia e godersi qualche giorno di vacanza. Sputnik è una parola russa che significa “compagno di viaggio”; tale nome fu attribuito ai satelliti inviati dall’Unione Sovietica nel 1957 nello spazio, da dove non fecero più ritorno. L’epilogo, tuttavia, rimane irrisolto e avvolto nel mistero, quasi l’autore voglia dirci implicitamente che i protagonisti, come i satelliti, possono sfiorarsi diverse volte nel corso delle loro vite, ma alla fine la solitudine di ciascuno avrà sempre il sopravvento e il loro amore è destinato a rimanere pura potenzialità.
Immagine in evidenza realizzata da Ren Cerantonio
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