Genere: Romantico

Durata: 89 min

Regia: Ruth Caudeli

Titolo originale: Petit Mal

Audio: Spagnolo con sottotitoli in Inglese

In programmazione sabato 24 Settembre al cinema Nosadella per il Some Prefer Cake – Bologna Lesbian film festival, Petit mal è il quarto lungometraggio di Ruth Caudeli, già nota per Eva + Candela (2017) e Seconda stella a destra (2019). La regista spagnola torna con successo a parlare di mondo dello spettacolo e di tematiche LGBTQ+.

L’assenza tipica – petit mal in francese – è una forma di epilessia, un fenomeno di perdita della coscienza caratterizzato dalla rapidità con cui avviene e dalla brevità (raramente supera i 30 secondi). Questo mancamento viene usato dall’autrice e regista Caudeli per sintetizzare il nucleo centrale di questa storia: l’assenza. Il film parla di tre ragazze che hanno una relazione e vivono insieme felicemente. L’equilibrio però si perde quando Laia, la più intraprendente delle tre, è costretta ad allontanarsi temporaneamente per lavoro. Rimaste da sole, Marti e Anto si trovano in grande difficoltà e dovranno impegnarsi molto per imparare a intrecciare un rapporto al di là di Laia. Da questo sforzo non solo si riaccenderà il loro amore ma nascerà anche una spinta creativa che le porterà a raccontare la loro storia.

Il film è molto piacevole da guardare per come Caudeli riesce a ben rappresentare il graduale costruirsi del rapporto tra Anto e Marti. La scrittura realistica e molto capace di trasmettere i pensieri e i sentimenti delle protagoniste è valorizzata da una regia coinvolgente. Le scelte di fotografia sono (se non del tutto condivisibili) decisamente degne di nota: circa metà del girato è in bianco e nero. Questo espediente viene usato per trasmettere la sensazione di forte svuotamento che le due protagoniste sentono a causa dell’assenza di Laia. Forse un po’ troppo drammatica come scelta, ma di certo comunicativa. A questo si aggiunge il fatto che molte scene sono girate come se fossero riprese con la videocamera da Marti, regista indipendente in cerca di ispirazione. La recitazione inoltre è davvero di alta qualità, cosa spesso difficile da trovare nei film indipendenti.

Dovendo trovare una pecca, il rapporto che Marti e Anto hanno singolarmente con Laia sembra non essere molto sano. Quando lei parte le altre due ragazze cadono in una crisi profonda e sembrano non riuscire a dare senso alla vita. Tra l’altro non sono neanche totalmente autonome nella gestione della casa. Laia dal canto suo sembra dimenticarsi il ruolo portante che ha in casa e snobbare le sue fidanzate mentre è via. È comprensibile l’idea di esasperare le emozioni dei personaggi per renderle più cinematografiche, però si raggiungono livelli di patetismo più adatti a un lutto che a una separazione temporanea.

Sorvolando però su questo problema, più di natura educativa che cinematografica, lasciarsi coinvolgere da questa pellicola, nel complesso di buona qualità, è facile e decisamente gradevole.