Legno, osso, pietra, cuoio, avorio, vegetali, metalli e pietre preziose, cera, porcellana, ceramica, vetro, fino ad arrivare, in tempi più recenti, a gomma, Pvc, metallo, silicone, pyrex… Di cosa stiamo parlando? Di tutti i materiali con cui, da millenni, l’umanità costruisce i dildo.
Solo l’origine del termine “dildo” meriterebbe un articolo a parte e se vi interessa approfondire con ironia le avvincenti evoluzioni storiche del nostro più longevo oggetto di piacere, questo libro illustrato fresco di stampa è ciò che fa per voi.
Attraversando i millenni, una vicenda curiosa attrae in particolare, ovvero quella legata all’uso dei godemiché – termine francese medievale derivato dal latino gaude-mihi, letteralmente “fammi godere” – nei monasteri maschili. Forse non saranno esposti nelle vetrine più in vista, ma non è raro trovare nelle collezioni dei musei dedicati alla ceramica questi curiosi oggetti recuperati nelle celle dei monaci. Spesso cavi e dotati di tappi in sughero, i godemiché potevano essere riempiti di acqua calda per un uso più confortevole. La ceramica infatti conduce bene il calore e grazie all’applicazione di ingobbi e smalti in superficie, l’assenza di attrito è garantita, oggi come allora.
Illustrazione di Claudia Tarabella
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