IL CAMBIAMENTO DEVE ESSERE DI TUTT*

La giornata Internazionale contro l’omolesbobitransfobia ci ricorda la pluralità di esperienze e identità nella nostra comunità. Istituita nel 2004 per parlare di omofobia, include nel 2009 la transfobia e nel 2015 la bifobia per riconoscere le difficoltà specifiche che affrontano le persone bisex. Ma quanto spesso parliamo di bifobia?

La bifobia pare infatti scomparsa dai dibattiti LGBT+, dove la B delle bisessualità è spesso resa marginale e invisibile. Tramite dei contributi sulla bi-cancellazione nella giurisprudenza e scienze sociali1, si vuole qui riflettere sulle conseguenze del non parlare di bifobia nelle campagne mediatiche per la legge contro l’«omotransfobia».

La proposta di legge AC 569 ha l’obiettivo, dovuto e necessario, di rendere perseguibili le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Eppure, nelle motivazioni della legge o nei media non si parla mai di bifobia o bisessualità; appare solo 4 volte su 9 pagine del progetto di legge C2171 dove, per motivi ignoti, usano un corsivo solo per gay e transgender.

Nonostante la validità degli articoli proposti, la campagna mediatica ha capitalizzato la sola omotransfobia e, con l’uso intensivo di hashtag, cancellato la bifobia in tre modi: 1) soppiantando i precedenti termini; 2) evitando di dire bisessualità; 3) ignorando associazioni e persone che denunciano questa cancellazione.

Data la sua pretesa di ridurre le discriminazioni, la campagna non andava fatta a scapito degli orientamenti bisex. Avremmo dovuto aggiungere la lesbofobia e l’acefobia, invece di togliere la B.

Tra bifobia, cancellazione e invisibilità


La bifobia2,3 è l’insieme di pregiudizi, stereotipi e discriminazioni verso chi prova attrazione, sessuale e/o romantica, verso più generi. La bifobia non coincide con l’omofobia, in quanto viene agita in modo strutturale sia da persone eterosessuali che omosessuali2,13, oltre a poter essere interiorizzata. 

Inoltre, le persone Bi+ affrontano fuori e dentro il mondo arcobaleno l’invisibilità e la cancellazione del loro orientamento sessuale (ad es. «non esistono», «stai con un uomo sei gay non pansex», «sei eterocuriosa non bisex», «sei un gay velato») e numerosi pregiudizi che vedono le persone Bi+ come: avide, opportuniste, indecise, incomplete, infedeli, o promiscue poligame e poliamorose (come se essere poly o promiscui sia negativo). L’invisibilità c’è quando non si parla di genitori bisex o pansex ma si ritiene, erroneamente, che il loro orientamento dipenda dal partner attuale3, invece la loro identità è sempre valida e stabile.

Dobbiamo parlarne, così da ridurre le conseguenze della bifobia che porta le persone Bi+, rispetto a gay e lesbiche, ad avere: maggiori rischi di salute fisica e mentale5, più situazioni di abuso, violenza e uso di sostanze3,4, minor sostegno sociale e accettazione nel coming-out5.

Quest* unicorni bisex e pansex esistono?

Le persone con orientamento Bi+ esistono e, studi dimostrano, sono le più numerose4,6 tra le persone LGBT+; provano attrazione verso più di un genere2, non necessariamente nello stesso tempo, nello stesso modo o con la stessa intensità7. È una definizione inclusiva, fuori dal binarismo etero-omo, dato che molte persone Bi+ provano attrazione a prescindere dal genere (ad es. la pansessualità e sessualità fluide). I movimenti politici bisex lottano da tempo contro l’idea binaria che ci siano solo due sessi e/o generi per cui provare attrazione8.

Le persone Bi+ fanno attivismo lottando per i diritti di tutt*: c’eravamo a Stonewall9 e nei movimenti di liberazione italiani10. Siamo nei Pride nazionali, c’eravamo al primo pride Bi+ italiano al Bivisibility Day Padova 2017, e l’anno dopo al sit-in a Roma per il Bivisibility Day 2018. Ciò nonostante, le domande di riconoscimento Bi+ restano spesso inascoltate, benché urlate nella comunità stessa e nei pride: le bisessualità sono valide, non cancellateci, non rendeteci invisibili, combattete la bifobia

Perché questa mancanza è una forma di cancellazione?

Perché nella lotta per i diritti LGBT+ trattiamo la B solo come una lettera nella sigla, se parliamo solo di L e G. Si dà il messaggio che le vite Bi+ non hanno lo stesso valore, problemi comuni o bisogni specifici di protezione legale, sociale, fisica o psicologica1. Cancellare la bifobia da omolesbobitransfobia non dà modo di far sapere che le persone Bi+ ci sono e hanno bisogno di supporto5.

Non si riconosce la bifobia perché avviene dentro la stessa comunità e gli spazi LG, spesso abbandonati dopo episodi bifobici o di marginalizzazione2,9. Cosa accadrà quando i pregiudizi in molti spazi LG saranno perseguibili, solo allora ci chiederemo se siamo davvero una comunità sicura e inclusiva?

Le bisessualità sono ignorate nella cultura giuridica, rese invisibili o un «ibrido»12 (anche le non-monogamie) poiché la queerness guasta l’assunto binario del sessuale come solo etero o omo1,11; nella sua fluidità sfida quel principio di immutabilità delle identità sessuali a cui si rifà, in errore, la giurisprudenza1,11.

Quando non cancellate, le persone Bi+ sono considerate instabili e inadatte per l’affido genitoriale o l’adozione11. Le loro domande di protezione internazionale sono rifiutate più spesso rispetto a quelle gay e lesbiche (39% vs 60% in Canada; 5% vs 17% negli USA) e viste, anche in Italia, come false richieste o tentativi di frode11,13,14. Le persone Bi+ non sono credute a causa di falsi miti8 come: una «bisessualità pura»13 e androgina con attrazioni 50/50; o dicendo che eravamo Bi+ alla nascita (per poi scegliere) o lo saremo solo in una società ideale del futuro ma mai adesso8.

Ci sono le eccezioni, come il caso italiano Oliari11. Dove la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha riconosciuto come il diritto di protezione riguardi le numerose persone omosessuali e bisessuali del nostro paese11, nonostante la richiesta della difesa fosse per i soli «diritti degli omosessuali».

Tutelare gli orientamenti sessuali senza chiarire e specificare i loro bisogni è inefficace, poiché senza legittimazione politica la giurisprudenza non riconosce le identità sessuali, la loro validità e bisogni. Una legge inclusiva deve essere affiancata a una comunicazione inclusiva, o ne pagherà il prezzo chi è fuori dal binarismo e dalla monosessualità13.

Insieme non solo a parole

Fare scelte politiche omocentriche e binarie rischia di alienare la comunità stessa, a conferma di una divisione nelle associazioni tra identità monosessuali e identità non binarie – sia sessuali che di genere – tanto più si evita di affrontare che pregiudizi, ostracismo e discriminazioni avvengono in spazi e da parte di persone LGBT+. 

La forza della comunità LGBT+ risiede nel poter fare fronte comune e rappresentare un mondo plurale di identità, generi e orientamenti. Come movimento non dobbiamo permettere che questa pluralità diventi una giustificazione per cancellare o escludere dalle nostre rivendicazioni chi non si adegua alle normatività, con compromessi a scapito della nostra queerness

Il cambiamento sarà di tutt* o non sarà di nessun*.

NOTE

  1. Greenesmith, H. (2010). Drawing bisexuality back into the picture: how bisexuality fits into LGBT legal strategy ten years after bisexual erasure. Cardozo JL & Gender, 17, 65.
  2. Ochs, R. (1996). Biphobia: It goes more than two ways.
  3. Barker, M., Richards, C., Jones, R., Bowes-Catton, H., Plowman, T., Yockney, J., & Morgan, M. (2012). The bisexuality report: Bisexual inclusion in LGBT equality and diversity.
  4. Movement Advancement Project. (2016). Invisible majority: The disparities facing bisexual people and how to remedy them. Retrieved from https://www.lgbtmap.org/file/invisible-majority.pdf
  5. Barker, M. J. (2015). Depression and/or oppression? Bisexuality and mental health. Journal of Bisexuality, 15(3), 369-384.
  6. Diamond, L. M. (2016). Sexual fluidity in male and females. Current Sexual Health Reports, 8(4), 249-256.
  7. https://robynochs.com/bisexual/
  8. Rust, P. C. R. (2002). Bisexuality: The state of the union. Annual Review of Sex Research, 13(1), 180-240.
  9. Angelides, S. (2001). A history of bisexuality. University of Chicago Press.
  10. Spolato, M. (Ed.). (2019). I movimenti omosessuali di liberazione. Asterisco Edizioni.
  11. Marcus, N. C. (2018). The global problem of bisexual erasure in litigation and jurisprudence. Journal of Bisexuality, 18(1), 67-85.
  12. Colker, R. (1996). Hybrid: Bisexuals, multiracials, and other misfits under American law (Vol. 13). NYU Press.
  13. Yoshino, K. (2000). The Epistemic Contract of Bisexual Erasure. Stan. L. Rev., 52, 353.
  14. Carugo S. (a cura di), A. IDENTITÀ NEGATE. Bisessualità e richiesta di protezione internazionale. Bproud