Quante volte abbiamo desiderato che qualcuno ci chiedesse scusa? Abbiamo aspettato, pazienti, covando speranza e frustrazione, in attesa di scuse che non sono mai arrivate e probabilmente mai arriveranno. Eve Ensler ha atteso tutta la vita un’ammissione di colpa da parte del padre. A trentun’anni dalla sua morte, la scrittrice decide di liberarsi da questo peso e scriversi una lettera di scuse:

«Questa lettera è il mio tentativo di dotare mio padre della volontà e delle parole per attraversare il confine delle scuse e parlarne la lingua, così da poter essere finalmente libera».

Nasce così il libro Chiedimi scusa, pubblicato nel 2019 e tradotto nello stesso anno dalla casa editrice Il Saggiatore.
Ci sono legami che paiono incomprensibili, intrisi di angoscia e dolore ma che continuiamo a portare dentro senza comprenderne il perché. I rapporti coi propri genitori, con le persone che amiamo, possono provocare più dolore che gioia. A volte non abbiamo la capacità, la volontà, di liberarci da un legame che ci tiene incatenate. Con un atto di coraggio, Ensler rivendica la libertà dal padre che l’ha abusata e torturata dall’età di cinque anni. E se lui non è stato in grado di fare un passo indietro allora lo compie lei. Con le sue parole e la sua carica emotiva sfonda il muro dell’incomunicabilità e firma una lettera di scuse che lei avrebbe dovuto ricevere tanto tempo prima.

Ma cosa significa realmente chiedere scusa? Significa ammettere tutto: ogni errore e ogni ferita inferta senza cercare giustificazioni, analizzare a cuore aperto la propria vita e ricondurre a sé gli sbagli. In questo senso, Ensler realizza un passo in più: un’analisi dettagliata dell’infanzia del padre, di cosa significasse essere un uomo e delle conseguenze di questo sistema ideologico.

«[…] Lo stupro è la rifrazione contorta di tutto ciò che è stato negato e impedito agli uomini, sguinzagliato alla massima velocità. L’aspetto del privilegio quando si scatena». 

Così questa lettera di scuse non è solo da un padre per la figlia, ma da un uomo verso una donna. Chiede scusa per il dominio che voleva avere sulla sua vita perché virilità significa potere e potere significa sottomissione della donna all’uomo. Il tentativo di controllo, al suo culmine, porta alla violenza e allo stupro: «[…] Perché cos’è lo stupro se non questo? È un enorme errore confonderlo con il sesso. È uno spasmo di rabbia, un violento assalto, un desiderio di dominare e distruggere».

Chiedimi scusa non è solo una lettera di scuse, ma è l’ammissione di colpa di una cultura che fonda le sue radici nell’abuso, nella violenza, nella sottomissione e nel terrore. Quelle di Ensler sono pagine in cui ogni donna può sentirsi capita e compresa e dove ogni uomo dovrebbe riconoscere i propri errori. Tutte possiamo riconoscerci nelle vicende raccontate e cercare di comprendere gli errori di fondo della società e della cultura in cui viviamo. Perché un mondo che giustifica la violenza in nome di una gerarchia prestabilita non può più essere accettato. In questo libro possiamo trovare un luogo da dove poter avviare il cambiamento.