La Bingham cup dal 2002 è assegnata al primo classificato del Mark Kendall Bingham Memorial Tournament, il primo torneo internazionale di rugby LGBT; è intitolata a un giocatore morto appena più che trentenne in un campo isolato della Pennsylvania. Mark Bingham era uno dei 33 viaggiatori del volo 93 della United Airlines, partito da Newark martedì 11 settembre 2001 con destinazione San Francisco e dirottato poco dopo il decollo dagli stessi organizzatori delle stragi al World Trade Center e al Pentagono; questo aereo, grazie alla prontezza e al sacrificio di Mark e di alcuni altri passeggeri non arriverò mai a colpire l’ulteriore bersaglio (probabilmente, la Casa Bianca o il Campidoglio).

Sempre l’11 settembre, su un altro volo United, il 175, vi erano l’avvocato 42enne Dan Brandhorst, suo marito Ron Gamboa, imprenditore a Santa Monica, e il loro figlioletto di soli tre anni, David. Erano di ritorno in California dopo una vacanza a Boston, la prima da 13 anni. Non era ancora passata un’ora dalla partenza, quando, alle 9.03, i dirottatori di Al Qaida fecero schiantare l’aereo sulla Torre Sud di uno degli edifici più caratteristici dello skyline di New York, le Torri Gemelle. Tutti ormai avevano gli occhi puntati su quel quadratino di mondo: la Torre Nord è già stata colpita alle 8.46, bersaglio di altri terroristi che hanno guidato il volo 11 dell’American Airlines contro la sua facciata di vetro e acciaio. In meno di un’ora e quarantacinque minuti, i due edifici simbolo del World Trade Center crollarono come un castello di carte.

Accorsero tutti: da tutta la città, da tutto lo Stato, da tutto il Paese per fare fronte al disastro. Forze dell’ordine, soccorritori, volontari. Fra questi, Jessica DuLong, scrittrice bisessuale di 28 anni di Brooklyn: insieme ai suoi colleghi vigili del fuoco ci mise tre giorni a domare parte degli incendi divampati dal disastro. In un’intervista la ragazza ricorda la cortina di fumo e polvere nera incessante  che rese impossibile anche solo vedere, figuriamoci respirare. Anche grazie al suo impegno, l’equipaggio della nave salvò circa 200 persone a fronte delle 2977 vittime accertate.

Oggi, in occasione del ventennale di quella assurda tragedia, vogliamo celebrare attraverso queste tre storie anche la comunità LGBTQ+ che ne ha preso parte.

Immagini: Mark Bingham da Wikipedia, famiglia Brandhorst-Gamboa da Popluckclub, Jessica DuLong da Stanfordmag.com