A chiudere la rassegna cinematografica di Gender Bender Festival è Viva, una pellicola di Paddy Breathnach, premio del pubblico al TGLFF 2016, che ci trasporta nel mondo dei bassifondi e delle drag queen cubane.

Nelle squallide ma gioiosamente vive favelas de L’Havana, Jesus, un ragazzo senza genitori, si arrabatta come può facendo il parrucchiere per alcune anziane signore e sistemando le parrucche da spettacolo della carismatica Mama, proprietaria di un locale che offre il palco a drag, travestite e transessuali.

Nella casetta fatiscente in cui vive, il protagonista inganna il tempo tra una porzione di riso e fagioli e l’altra, ballando e cantando sulle note delle dive che scivolano via dal giradischi: a pieno titolo l’unico significativo elemento d’arredo. Le serate scorrono invece sbirciando il palco del locale su cui il giovane sogna di esibirsi un giorno. L’occasione si presenta e a seguito di una malriuscita audizione, il nostro Jesus ottiene comunque la sua chance. Una storia che ricorda le avventure della giovane Ali, protagonista di Burlesque, ma arricchita da quelle tinte comico grottesche che le drag cubane sembrano non avere alcuna intenzione di risparmiarci.

A complicare la situazione giunge, da un passato ormai dimenticato, il padre di Jesus, famosissimo pugile scomparso molti anni prima dopo aver ucciso un uomo in una rissa. Le dinamiche che vanno delineandosi sono quelle della complicata gestione del padre alcolizzato, che ovviamente (malgrado accetti ad un certo livello l’orientamento sessuale del figlio) non vuole si esibisca alla pubblica derisione, e della difficile rinuncia alla propria autoaffermazione mediante quel palco sul quale il protagonista, per una volta, si era sentito davvero libero. Le strade sempre vive e affollate, gli appartamenti stracolmi di inquilini, il parco dove giovani marchette cercano di approcciare i turisti, fanno da sfondo alla storia accompagnando passeggiate e riflessioni di un ragazzo che non sa quale direzione seguire, già costretto a molte cose per guadagnarsi da vivere. Si lascerà sottomettere dalla volontà del padre o seguirà il saggio consiglio di Mama: “nel tempo che hai da vivere, devi essere te stesso, solo te stesso”? La pellicola non manca di stupire e di suscitare al momento opportuno le emozioni dovute, senza mai darle per scontate, portandoci quasi alla pelle d’oca di fronte ad una delle battute chiave di Jesus: “Ho passato tutta la vita a dispiacermi di ciò che sono ma quando salgo sul palco mi sento forte, sincero. Canto con l’anima. Non mi ero mai sentito così.”

Interpretazioni forti e colorite ci trasmettono il clima della vita nei bassifondi de L’Havana ricordandoci che c’è sempre spazio per tutti noi, basta solo avere il coraggio di seguire il proprio cuore. Le vicende di Jesus e del padre, di Mama e delle drag, sono uno spaccato interessante di vita che può riguardare ognuno di noi, quando capita di essere alle prese con il proprio futuro. Al termine di Gender Bender, questa proiezione offre una ventata di ottimismo e non pare essere un caso che il padre affermi, in un dialogo col figlio, di esserci rimasto “a bocca aperta”.

 

Per saperne di più

Trailer ufficiale del film

Il sito ufficiale di Gender Bender