di Roberto Pisano

Si chiama Alex e dice di essere un dinosauro. È il protagonista di Fa’afafine, in scena al Teatro Laura Betti di Casalecchio di Reno (BO) domenica 13 e lunedì 14 marzo per la rassegna Teatro Arcobaleno, lo spettacolo di Giuliano Scarpinato, autore teatrale palermitano, un testo prodotto dal Teatro Biondo Stabile immaginato per bambini ed adolescenti. Alex è un bambino dal genere fluido, creativo, se vivesse a Samoa lo chiamerebbero fa’afafine, così sono definiti coloro a cui le tradizionali definizioni binarie di genere stanno strette. Nella piccola società dell’altro emisfero non viene imposta una scelta e questa terza via viene riconosciuta, gode anzi di un sacro rispetto. Il giorno più importante per Alex è quando decide di dire al suo compagno di scuola Elliot che gli vuole bene. Ad aiutarlo a scegliere il look per il grande giorno sono i suoi giocattoli: vestito da principessa o scarpette da calcio? Occhiali da aviatore o collana a fiori?

Il lavoro, tratto dal libro Raising my rainbow di Lori Duron, rivede gli stereotipi di genere e invita a riconoscere un nuovo spazio dell’affettività, a rapportarsi con le diverse identità e a non negare se stessi. È il tentativo di trattare con grande delicatezza e ironia il conflitto interiore non solo di Alex, interpretato dall’attore ventinovenne Michele Degirolamo, ma anche dei genitori Susan e Rob, Gioia Salvatori e lo stesso Scarpinato, che appaiono in video a spiare da un’ipotetica serratura il loro figlio “non conforme” con cui non sanno dialogare. L’incomprensione e la lontananza si fanno da parte e, se l’unico imperativo era di condizionarne la natura, saranno loro infine a essere cambiati da Alex. Quando apre la porta, tutto sarà mutato.

Lo spettacolo ha vinto nel 2014 il Premio Scenario Infanzia e il Premio Infogiovani del Festival Internazionale del Teatro e della scena contemporanea di Lugano. Sino ad ora qual è stata l’accoglienza nei teatri italiani?

L’accoglienza da parte di ragazzi e adulti è magnifica. La gente ride, si commuove, ha voglia di confrontarsi dopo le repliche. Il problema è costituito dall’assurdo pregiudizio di coloro che, su basi assolutamente infondate, ritengono lo spettacolo “pericoloso” e invitano al suo boicottaggio; è quanto è successo a Palermo con il movimento No gender, che ancor prima dell’inizio delle repliche al Teatro Biondo si è premurato di inviare a scuole e famiglie migliaia di messaggi Whatsapp che invitavano a disertare il teatro, per “proteggere” bimbi e ragazzi dalla “confusione sessuale” che lo spettacolo avrebbe generato nelle loro menti. Il tutto senza aver mai visto Fa’afafine; mi è stato addirittura riferito di un prete che alla messa domenicale predicava di stare attenti al “cartone animato sul dinosauro gender” che sarebbe andato in scena al Biondo.

L’arte apre gli orizzonti e può abbattere sessismo ed omofobia, ma quel che è successo a Salerno dimostra che certi temi restano un tabù. La replica prevista è stata spostata per dissuaderne la fruizione da parte delle classi, sono arrivati a convocare un consiglio comunale straordinario per affrontare il tema…

Gli illuminati consiglieri di Forza Italia avevano chiesto l’annullamento al Sindaco del Pd Vincenzo Napoli, in seguito ad un lungo tira e molla pare andremo in scena. Sono davvero amareggiato, e sì, incazzato. Non avrei mai immaginato, all’alba del 2016, di dover lottare per portare in giro uno spettacolo il cui unico scopo è quello di educare al rispetto delle differenze, di qualsiasi natura esse siano.

Il pubblico più giovane che reazione ha avuto? Si sono mai avvicinate bambine e bambini dopo lo spettacolo per porre delle domande?

Molte volte. A fine spettacolo diamo sempre spazio ad un dibattito con il pubblico e gli interventi dei ragazzi sono sempre sorprendenti, illuminanti ed emozionanti. A Palermo, lo scorso novembre, hanno assistito sei classi dell’Istituto Falcone, una scuola del quartiere più “difficile” di Palermo, lo Zen. Confesso che all’inizio ho temuto la catastrofe; alla fine dello spettacolo i ragazzi non la smettevano di applaudire. Sono scesi dalla platea per abbracciare Michele, l’attore che interpreta Alex, e fare delle foto con lui.

pubblicato sul numero 13 della Falla – marzo 2016