L’INSOSTENIBILE PRIGIONE DEI GENERI
di Irene Moretti
Cosa vuol dire essere un uomo trans in Vietnam? E com’è la vita di una donna trans honduregna? I Paesi Bassi, nell’immaginario collettivo terra di grandi libertà sessuali e non, sono davvero così inclusivi come immaginiamo?
Le tre storie che Koen Suidgeest, che ha scritto e diretto il documentario, ha raccontato in m/f/x, pur non dando una risposta definitiva, aprono uno squarcio su tre realtà che, geograficamente lontanissime tra loro, sono legate da una molteplicità di fili. Non necessariamente rossi, ma di tanti colori quanti le sfaccettature degli esseri umani e dei generi.
Generi che per qualcun* sono stati una gabbia, costrett* non solo in un corpo non proprio, ma anche a portare avanti, faticosamente, una farsa. Costrett* a volte a indossare una maschera pur di cercare di trovare il proprio posto nel mondo. Generi che per altr*, invece, sono solo i due estremi di un qualcosa che sta nel mezzo e che non è necessariamente un terzo genere, come qualcun* suggerisce.
Tre storie, tre spaccati di umanità raccontati dalla viva voce dei e delle protagonist*, dai loro familiari. Momenti di vita quotidiana di chi è costrett* a iniettarsi ormoni senza supervisione medica e di chi prima del riscatto non ha trovato altra strada se non quella della prostituzione.
m/f/x è un documentario intimista e potente, nato con l’idea esplicita di essere un film che possa promuovere l’inclusione e la dignità delle persone trans e non binarie.
Il documentario è stato presentato in anteprima a Roma, alla Casa del Cinema, in una proiezione organizzata dall’Ambasciata dei Paesi Bassi in occasione della Giornata mondiale contro l’omo-lesbo-bi-transfobia e alla quale, oltre alla produttrice Nadja Houben, hanno preso parte il ricercatore AG Arfini e gli attivisti trans Tania Bizzarro e Stefano Simonelli. un momento di scambio – a volte toccante tanto quanto il film – per riflettere, consapevoli che anche in Italia abbiamo ancora molto da lavorare.
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