OVVERO: COSA C’ENTRA UNA SERIE TV CON IL TDOR

A distanza di due anni dal primo episodio di Pose, l’uscita della seconda stagione, disponibile su Netflix dal 30 Ottobre, è un ottimo pretesto per parlare della giornata che ricorre oggi, il TDoR (Trans Day of Remembrance).

La serie, creata da Ryan Murphy, Brad Falchuk e Steven Canals per FX, è un affresco della scena queer, nera e latina, che negli anni ‘80 popolava le ballroom di New York. La stessa scena che nel 1990 fu  protagonista di Paris is Burning, documentario da cui la serie prende fortemente ispirazione: Pose riesce però a dare a questa parte fondamentale della nostra storia una patina pop, sfruttando il fatto che la rappresentazione LGBT+ in film serie tv dal 1990 a oggi sia migliorata molto sia in senso quantitativo che qualitativo.

La prima stagione (2018) si è concentrata solo sullo stigma dell’HIV negli anni ‘80, evidenziando le conseguenze dell’epidemia sugli individui gay e trans. La seconda (2019) è ambientata nei primi anni ‘90, subito dopo l’uscita di Vogue di Madonna, grazie a cui alcuni elementi che caratterizzavano la ballroom culture divennero mainstream, e non a caso la pubblicazione del disco fa da sottofondo alle diverse linee narrative che coinvolgono i personaggi, in un racconto corale del periodo.

La quarta puntata termina con una citazione di Octavia St Laurent, una delle protagoniste di Paris is burning (morta di cancro nel 2009, ndr):

«Gay e lesbiche hanno diritti, uomini e donne hanno diritti, anche gli animali hanno diritti. Quanti di noi devono morire prima che ci si renda conto che non siamo sacrificabili?».

Citazione seguita da un dato numerico impressionante che costituisce l’ultimo frame: «Dal 2016, più di 1000 persone trans e gender non-conforming sono state uccise nel mondo».  Questo dato è la connessione tra la realtà e la finzione, dove nel medesimo episodio è avvenuta la morte del personaggio Candy Ferocity, una donna trans e una sex worker. Tra il pubblico della serie è scoppiata  la polemica per via della percezione di un doppio omicidio: quello nel racconto , che avviene in un motel da parte di un suo cliente, e l’altro compiuto dagli sceneggiatori. L’obiettivo di istruire le persone cis non è ritenuto sufficiente, in particolar modo da chi riteneva Pose un luogo sicuro, senza trigger emotivi.

La sua morte però non è solo il picco drammatico di un episodio, ma la sublimazione della paura e del pericolo vissuti dai personaggi non-cis, costanti nella serie e nelle loro vite come la hit di Madonna.

Alle porte del 2020, trent’anni dopo il periodo in cui è ambientata questa serie, le persone trans hanno ancora paura e vengono ancora ammazzate.

Per contrastare i crimini d’odio a sfondo transfobico, 21 anni fa nacque il TdoR. È una ricorrenza legata alla sofferenza, e come tale si porta dietro delle critiche: promuoverebbe la vittimizzazione e lo sfruttamento delle identità di donne nere/di colore per seguire la via della narrazione del dolore. Critiche almeno parzialmente condivisibili, ma è anche vero che se ci concentrassimo solo sulla visibilità rimarrebbero escluse le 331 persone morte nell’ultimo anno. Loro non potranno mai più essere visibili, ma solo ricordate.

La natura del TDoR non è una festa. È una celebrazione che non cerca martiri, ma vuole colmare i vuoti lasciati dalla violenza contro la comunità trans*, restituendo un nome e dignità a ogni persona che ha lottato per autodeterminarsi, anche impedendo, per esempio, che un giornalista qualsiasi neghi la sua identità solo perché lei non è più su questa terra per poterla ribadire.

Mostrare un minimo di empatia verso coloro che sono stati assassinati è relativamente facile, se si ha un nome e un passato a cui collegare l’esperienza. Ma la verità è che alcun* non hanno neanche questo. In un sistema dove le forze dell’ordine non sempre collaborano, oppure la vita nell’ombra ha cancellato le tue tracce, Candy Ferocity è un omaggio alle persone uccise in condizioni identiche o simili. È un collegamento con le persone che sono rimaste cadaveri anonimi, e in quanto personaggio fittizio e forse più facile, per alcuni, empatizzare più facilmente con lei. Uccisa in un motel per mano di un cliente, chiaro riferimento alla morte di Venus Xtravaganza avvenuta durante le riprese di Paris is Burning, la sua presenza nello show non è giustificata solo dalla necessità di farla fuori quando richiesto dalla sceneggiatura. Nonostante muoia, il personaggio  ha un suo arco narrativo, un impatto sul pubblico e, in quanto personaggio fittizio, ha sempre la possibilità di vivere altre infinite volte. La sua morte sullo schermo, prima dell’istituzione stessa del TDoR, ci fa capire cosa significhi piangere una morta che, come tutt* le/gli altri, un nome lo aveva, anche se oggi non lo conosciamo. È un omaggio alle identità dimenticate e un catalizzatore per la frustrazione e la tristezza. Con l’augurio che questi sentimenti siano spendibili per proteggerci e di non aver più bisogno, in un futuro si spera vicino, di ricordare nomi tramite le iscrizioni sulle lapidi.