di Mattia Macchiavelli

Antonino Finocchiaro, in arte Tony, classe 1996, origini catanesi, studia fumetto e illustrazione presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Membro del collettivo artistico Gli Infanti, Tony abita un mondo antico e fiabesco, fatto di creature mistiche e leggendarie.

Perché hai scelto di rappresentare il mondo trans e di farlo in chiave allegorica?

Il mondo trans ha sempre suscitato su di me un grande fascino, ho cercato di fare del mio meglio per capirlo e non è stato sempre facile. Nutro un immenso rispetto verso la comunità Lgbtqi, ma la mia empatia va in particolar modo alle persone trans e al loro immenso coraggio. Ho voluto rendere un tributo: ho voluto glorificare questa dimensione, ammantarla di maestosità, in un’estetica allegorica, perché le migliori storie non sono altro che questo, allegorie.

Come mai hai optato per il bianco e nero per realizzare il poster de La Falla?

Ho scelto di non utilizzare il colore semplicemente perché sarebbe stato superfluo. Bianco e nero invece, luce e ombra, hanno entrambi il massimo potenziale espressivo che io ricerco e di cui ho bisogno. Raramente coloro qualcosa. I soggetti del poster si muovono in un ipotetico cosmo, neanche io so bene definirlo, ma so che quel luogo è bianco e nero.

Ogni rappresentazione ha un mondo nascosto, fatto di riferimenti sotterranei e immagini taciute. Cosa non vediamo in questo disegno?

È stato impossibile non ispirarmi a determinati mostri sacri della storia dell’arte. Per la composizione ho adocchiato sia l’arte accademica ottocentesca, sia le iconografie sacre cristiane. Per i soggetti, mi pare che l’ispirazione allo stile Liberty sia piuttosto palese. Credo ci sia in mezzo anche un po’ di Sailor Moon, che nulla ha da invidiare ai mostri sacri!

Quale ruolo ha il sovrannaturale nella tua vita e nella tua proposta artistica?

Il sovrannaturale mi ha sempre affascinato, sin da piccolo, quasi ossessionato: mondi incantati, avventure in terre lontane o nascoste, prove e pericoli da superare, strani personaggi da riconoscere. Penso che ogni bambino ami queste cose, non puoi crescere guardando Il Signore degli anelli, Il Labirinto del fauno, I Goonies e non volerti gettare a capofitto verso l’ignoto. Esiste anche un’ulteriore sfaccettatura in me, spoglia di ogni superficialità, infarcita da anni di studi personali sulle religioni del nostro mondo, in particolar modo quella cristiana, che è la mia, banalmente. Certamente il sovrannaturale ha un ruolo fondamentale nella mia esistenza, da un lato perché mi ispira costantemente e nei suoi messaggi cifrati continuo a trovare verità e insegnamenti. Dall’altro continua a sostenermi, e proprio grazie alla sua assenza fisica afferma il luogo che occupa nel mio cuore. Questo cerco di esprimere attraverso la mia proposta artistica, semplicemente il mio sentire, il mio vedere attraverso lo specchio.

Ora la domanda pruriginosa: quale divinità inviteresti a bere, sperando in una successiva notte di fuoco?

Da piccolo avevo una specie di cotta per Poseidone, oggi penso che sceglierei Thor, ma forse solo perché sono influenzato dall’attore scelto dalla Marvel. Nel dubbio prendo tutti e due.

pubblicato sul numero 28 de La Falla – ottobre 2017