Nel momento in cui in uno sperduto villaggio del Camerun il virus dell’immunodeficienza dalla scimmia si trasmetteva efficacemente all’uomo, creando il primo tipo di HIV, il continente africano stava da tempo andando incontro a massicci cambiamenti demografici, politici ed economici. Le potenze occidentali, per approfittare della grande ricchezza di materie prime e incrementare la tratta degli schiavi, si erano spartite il continente. L’arrivo degli europei portò anche alla crescita e alla costruzione di infrastrutture, ferrovie e città con lo scopo di agevolare commerci e trasporti. Vicino all’area dove HIV ebbe origine, due città divennero centri importantissimi dell’Africa Occidentale, Brazzaville e Leopoldville (oggi Kinshasa). Queste due città, divise solo da un corso d’acqua, attirarono in pochi anni decine di migliaia di abitanti alla ricerca di fortuna e di lavoro. Gli uomini europei spediti dalle patrie a gestire le colonie, lontani dalle loro famiglie, spesso intrattenevano relazioni monogame con prostitute locali, dando così vita a una forma di prostituzione a basso rischio di diffusione di malattie sessualmente trasmissibili, grazie ai pochissimi clienti di cui ciascuna donna necessitava per avere sufficiente guadagno.
Nel 1960, a seguito di ribellioni e di una crisi economica, iniziò il processo di decolonizzazione che portò all’istituzione del primo governo di coalizione locale presieduto dal primo ministro Lumumba. Nello stesso anno, però, con un colpo di stato militare, il Generale Mobutu prese il controllo del paese e la crisi economica non fece che peggiorare, determinando un ulteriore impoverimento della popolazione. Avere solo uno o due clienti ricchi non era più possibile per una prostituta e molte furono costrette ad aumentare notevolmente il numero di incontri giornalieri per mantenere un livello sufficiente di guadagni. Il cambiamento del tipo di prostituzione determinò anche la nascita di nuovi termini nelle lingue locali come Good Year cioè “disponibile tutto l’anno”.
Tra i clienti delle Good Years si può facilmente immaginare potesse esserci anche qualcuno proveniente dal villaggio in cui HIV si era diffuso per la prima volta. Il fatto che il virus rimanga asintomatico in genere per uno o due anni rese possibile che questo viaggiatore, ignaro dell’infezione, raggiungesse un centro popoloso come Leopoldville, trasmettendo il virus ad almeno una prostituta, prima di sviluppare AIDS e morire. In quegli anni la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili incrementò drasticamente, come alcuni studi ci dimostrano, e possiamo con una certa sicurezza pensare che fra queste MTS ci fosse anche un irrilevabile HIV.
Infatti, una volta avvenuta la trasmissione, HIV, per quanto asintomatico, determina un periodo di altissima presenza di virus nel sangue che coincide in alcuni casi con ingrossamento dei linfonodi e temporanea febbricola. In questo periodo le secrezioni vaginali e il liquido seminale hanno un carica virale tanto alta da rendere molto facile la trasmissione a meno che non si usi il preservativo. Quando un virus si introduce nell’uomo, non sono sufficienti le sue mere caratteristiche virologiche a definirne gli esiti: i contesti sociali e sanitari, i cambiamenti storici e culturali collaborano tutti a trasformare una semplice infezione in una pandemia globale. Questo ci permette di supporre che il colonialismo e la crisi politica nel Congo a metà del Novecento siano stati fattori importanti nella iniziale diffusione di HIV.
pubblicato sul numero 24 della Falla – aprile 2017
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