I trend della parola “lesbica” nelle ricerche online degli italiani nel 2019. E l’esperimento (appena iniziato) francese di Seo Lesbienne

di Irene Moretti

Ormai lo sappiamo, dicembre è il mese dei bilanci, degli elenchi delle cose fatte e delle cose ancora da fare. Dicembre è il mese dei rimpianti e delle aspettative. Dicembre è il mese in cui ci fermiamo a ripercorrere quanto abbiamo fatto nei 365 giorni precedenti. 

Dicembre è il mese in cui La Falla ha compiuto cinque anni, ma è anche il mese in cui ci siamo chiest* – suggestionat* anche dall’intervento della nostra direttora Elisa Manici su The Vision intitolato “Il problema di una società che crede che le lesbiche esistano solo nei porno” – quali siano state le ricerche degli italiani relative alla parola “lesbica”. E per scoprirlo abbiamo usato lo strumento più semplice – e soprattutto gratuito – che il colosso di Mountain View ci mette a disposizione: Google Trends.

Una breve precisazione metodologica: il tool di Google consente, all’interno di una precisa frequenza temporale, di calcolare la frequenza con la quale la parola chiave selezionata è stata cercata sul motore di ricerca. Attenzione: Google Trends non consente di avere un numero relativo alle ricerche complessive; non è possibile, almeno per questa via, conoscere quante volte gli italiani abbiano digitato la query “lesbica”. 

Tuttavia Google Trends può essere uno strumento valido per analizzare l’andamento delle ricerche (frequenza sull’arco temporale), origine delle ricerche, argomenti correlati e query associate. Tutti dati che, incrociati con gli avvenimenti dell’anno appena trascorso, ci danno modo di comprendere quantomeno l’andamento generale delle ricerche collegate alla parola “lesbica”. 

“Lesbica”: l’istogramma del 2019

[Immagine 1: Grafico Generale 2019]

Le ricerche correlate alla parola “lesbica” hanno avuto sei picchi durante il 2019, ciascuno legato, come vedremo, a uno o più eventi di cronaca avvenuti quasi in contemporanea, con la frequenza massima delle ricerche avvenuta tra l’otto e il quattordici settembre: i giorni in cui il cadavere di Elisa Pomarelli viene ritrovato nel piacentino. 

Il primo picco è avvenuto tra il 3 e il 9 marzo. Il sette marzo, infatti, la stampa nazionale ha battuto la notizia relativa agli abusi che una quindicenne palermitana ha dovuto subire dal padre e dalla famiglia nel tentativo di “correggere” la sua omosessualità. «Meglio morta che lesbica»: queste le parole che Francesca, oggi 23enne, ha raccontato di essersi sentita dire da suo padre.  Una storia orribile e che ci ha ricordato che, purtroppo, lo “stupro correttivo” è ancora una realtà anche nei paesi occidentali.

Il secondo picco è avvenuto a ridosso di un evento relativamente istituzionalizzato: “La giornata mondiale della visibilità lesbica” del 26 aprile. 

Il terzo picco, invece, è avvenuto a cavallo tra il 9 e il 15 giugno. In questo arco temporale sono state tre le notizie che hanno fatto impennare le ricerche della parola “lesbica”.

La prima è la notizia della brutale aggressione subita da una coppia lesbica su un autobus di Londra, lanciata dalla stampa nazionale il sette giugno. La vicenda è nota, ma se non la ricordate potete leggerla qui. L’undici giugno, invece, l’ex conduttore televisivo Alessandro Cecchi Paone rilascia una controversa intervista al Fatto Quotidiano intitolato «La Nazionale femminile di calcio? Almeno la metà sono lesbiche». A cavallo tra il 13 e il 14 giugno, invece, è un Q&A tra la modella e influencer Taylor Mega e i suoi fan su Instagram a scatenare la curiosità degli utenti. Sarà proprio il gossip legato a Taylor Mega e alla sua relazione con Erica Piamonte a far scattare il quarto picco dell’anno, tra l’undici e il diciassette agosto .

Il quinto picco è il momento in cui le ricerche raggiungono la frequenza massima nel 2019. L’arco temporale è quello tra l’otto e il quattordici settembre, i giorni in cui il cadavere di Elisa Pomarelli viene ritrovato dopo la confessione di Massimo Sebastiani. In quei giorni la retorica stucchevole del «gigante buono» prende il sopravvento. Di Elisa si dirà che «Era interessata solo alle donne», omettendo di dire che fosse lesbica. Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gaycenter, afferma che «Elisa è stata uccisa due volte: come donna e come lesbica». 

L’ultimo picco avviene tra il 20 e il 26 ottobre (frequenza 92) e anche in questo caso sono diverse le notizie che fanno impennare la statistica. Una dichiarazione infelice di Miley Cyrus rivolta alle sue fan («Non dovete per forza essere lesbiche»), l’eutanasia dell’atleta paralimpica lesbica Marieke Vervoort, il coming out della concorrente del reality “Il Collegio” Marianna Aresta e il coming out – il primo nel calcio italiano, femminile e maschile – della giocatrice dell’Atletico Madrid e della Nazionale Elena Linari. 

[Immagine 2: distribuzione geografica]

“Lesbica” vs “Lesbiche”: argomenti correlati e query

È vero che nel nostro paese le lesbiche esistono solo nei porno? Ni. Dipende da dove e da come si guarda. Ma soprattutto dipende da cosa si sta cercando. Letteralmente.

[Immagine 3: Argomenti correlati lesbica]

Andando a controllare gli argomenti correlati – ovvero gli argomenti che gli utenti hanno cercato insieme alla parola “lesbica” – si possono notare che solo sei argomenti su venticinque sono esplicitamente riconducibili al sesso o alla pornografia.  

Risultato completamente diverso a quello che si ottiene cercando un’altra parola chiave: “lesbiche”.

[Immagine 4: Query associate lesbica]

Quando la parola chiave viene declinata al plurale non solo aumenta la casistica – otto argomenti su diciassette – ma anche gli argomenti diventano più esplicitamente riferiti all’immaginario sessuale e pornografico. 

Sostanzialmente si nota una certa omogeneità negli argomenti correlati alle parole “lesbica” e “lesbiche”.

La prospettiva cambia completamente andando invece a dare un’occhiata alle query. Se decliniamo “lesbica” al singolare possiamo notare un’attenzione degli utenti concentrata quasi esclusivamente sugli orientamenti sessuali – veri o presunti – di donne famose nel mondo dello spettacolo. 

[Immagine  5 e 6: argomenti correlati lesbiche + query lesbiche]

Declinando “lesbiche”, al plurale, le query associate all’immaginario pornografico e sessuale si impennano: 18 query su 25. 

Cosa ci dicono questi dati? Almeno due cose. 

La prima è che gli utenti sembrano essere interessati alla vita privata dei personaggi dello star system e al loro orientamento sessuale molto di più di quanto possa sembrare. La stampa scandalistica, ad esempio, salvo rare eccezioni, presta pochissima attenzione all’orientamento sessuale di donne famose – almeno in Italia – mentre spende fiumi di inchiostro sulle presunte relazioni omosessuali di attori e cantanti. Non è un giudizio di merito, è solo una constatazione. 

La seconda è che in parte è vero: spesso le lesbiche in Italia esistono solo nell’immaginario pornografico, assoggettate a una lesbofobia «Sottesa ma sempre presente, c’è infatti l’estrema oggettificazione sessuale delle lesbiche da parte di uomini cisgender. Alcuni padri sono disturbati dal coming out delle figlie perché faticano a conciliare l’immaginario pornografico mainstream che da sempre associano alla figura della lesbica alla loro stessa progenie», come ha scritto Elisa Manici nell’articolo già citato.

Seo Lesbienne, la campagna francese per eliminare i risultati pornografici dalle ricerche Google

In Francia due donne hanno avuto un’idea: sensibilizzare Google e far sì che l’algoritmo promuova query e argomenti non oggettivizzanti, sessuali o pornografici in relazione alla parola “lesbienne”. 

Le due donne sono Fanchon Mayaudon-Nehilg, consulente per le comunicazioni, e sua moglie, che ad Aprile hanno creato un gruppo di attiviste chiamato proprio “Seo Lesbienne”.

In un’intervista all’Huffington Post Mayaudon-Nehlig ha raccontato di aver creato l’hashtag #SeoLesbienne dopo che la moglie, Louise, le aveva fatto notare di non essere a proprio agio nell’usare la parola “lesbienne”, lesbica, in pubblico. 

La campagna ha subito guadagnato l’attenzione delle utenti social e della stampa francese e il progetto #SeoLesbienne ha iniziato a reclutare espert* di seo con lo scopo di sferrare una sorta di attacco al seo della parola “lesbienne”. 

Il nove agosto Google ha annunciato di aver cambiato algoritmo in modo che le ricerche restituiscano risultati più rappresentativi: «La parola “lesbienne” non appartiene all’industria pornografica. Appartiene a noi e siamo felici che Google ci abbia dato la possibilità di riappropiarcene». 

I risultati si vedono? Parzialmente, ma la strada, in Francia come in Italia, è ancora lunga.

[Immagine 7: query associate lesbienne]