PoP_X è lo pseudonimo dietro il quale si nasconde il trentino Davide Panizza, uno di quei fenomeni musicali 2.0 che esplodono improvvisamente sul web per approdare nei negozi di dischi solo in un secondo momento (l’esordio discografico è direttamente un The best of). Con una discreta dose di sfrontatezza Davide si autodefinisce intellettuale, artista, esteta, addirittura archeologo, ma anche un frustrato vittima del suo stesso ego ipertrofico, affetto da manie di persecuzione, ipocondria e da una certa qual radicata misoginia. Insomma il suo personaggio, come la sua musica, si muovono tra spavalderia cazzara e affettato situazionismo dadaista, tra compiaciuto provincialismo e arie provocatorie da star, tra richiami al Battiato degli anni ‘80 e il pop cheap sovraccarico di voci contraffatte con l’autotune (avete presente Cher quando cantava Do you believe in love?). Gli ho fatto qualche domanda, consapevole del rischio che stavo correndo…

I tuoi video, tra ammiccanti nudità gratuite, parrucche da 3€, pistole e inquadrature traballanti sono un riuscitissimo condensato di amatorialità pop (confesso di aver pensato a Warhol, in un paio di occasioni… che non me ne voglia!). Il cheap è per te una scelta estetica o semplicemente una necessità?

Il cheap per me è LA MODA.

Queer è un’attitudine trans-identitaria. Intendo, non basta essere gay per essere queer, e si può essere queer essendo eterosessuale. E infatti io ti trovo adorabilmente queer. Cosa significa per te essere queer?

Vacci piano con gli adorabilmente. Per me non significa nulla, é una parola in inglese di cui non conosco nemmeno il significato.

Quali sono gli artisti (non necessariamente del mondo della musica) che più hanno colpito la tua immaginazione?

Sicuramente Roberto Saviano, Laura Pausini, Mauro Masini ma anche (meno conosciuti) Mirko Bertuccioli, Edoardo Dal Verme, Giacomo Lanzeta e in prima fila metterei Luca Baci.

I testi sono una parte fondamentale del tuo lavoro, tanto che a volte sembra che la musica faccia da cornice a un irrefrenabile desiderio di comunicare, e sembri tutto compiaciuto della tua stessa verbosità. Come decidi il soggetto di un testo?

Lo decido in base al mio stadio d’animo, agli eventi che mi travolgono, alle persone che incontro, al modo in cui interagisco con loro, spesso non lo decido, sento che delle parole iniziano a stare bene tra loro assumendo significati extraterrestri, a quel punto me le appunto e le elaboro col calcolatore.

Quanto c’è di Davide in PoP_X e quanto PoP_X c’è in Davide. Ovvero, quanto la spari grossa nelle tue interviste?

Questa è una bella domanda, sono bipolare, a volte PoP_X, a volte Davide. PoP_X è alcolizzato, Davide non beve, ma a volte il bipolarismo si inverte.

pubblicato sul numero 10 della Falla – dicembre 2015