LE LESBICHE (NON TROPPO) IMMAGINARIE DELLE APP DI DATING E LE COPPIE CHE RUBARONO LA SCENA: L’INIZIO DELLA FINE 

A un anno e mezzo dalla pubblicazione del terzo volume del Manuale di Zoologia fantastica lesbica sappiamo tutte cosa avete pensato: quel malvagio di Soros – o di Bill Gates – ha tagliato i fondi per la ricerca all’Università della Falla; Wapa, approfittando della pandemia, ha messo tutto Premium e non si è più potuto parlare nemmeno con il fake di quartiere (non proprio, ma è stata l’unica app a non sbloccare mezzo contenuto gratuito durante il lockdown, shame on them); la vena creativa si è esaurita; il covid ci ha reso tutte più buone e non ci sono più soggette sulle app di incontri. 

Scommettiamo che l’unica cosa che non avete pensato è che la direttrice del dipartimento lesbiche fantastiche si sia fidanzata, abbia disinstallato Wapa, si sia trasferita a casa della sua morosa, abbia adottato tre gatti ai quali ha dato il nome dei tre fratelli Ingebrigtsen (Jakob, Henrik e Filip perché gli Ingebrigtsen sono gli Ingebrigtsen) e viva felice nella sua bolla fatta di passeggiate, pucci-pucci e «Amore, gli Ingebrigtsen hanno graffiato di nuovo il divano di design e umiliato il cane nei 3000 siepi, ma amen, prendiamocene un altro e chiamiamolo Tafferuglio».

E avete fatto bene, perché chi scrive è più single che mai e, viste le rocambolesche avventure di questo anno e mezzo e la pubblicazione di questo quarto volume, è probabile che single ci rimanga a vita e che, oltre ad adottare i tre felini fratelli Ingebrigtsen tutta da sola, faccia la fine della vecchia pazza dei Simpson. Sì, è uno stereotipo: statece, perché la vena creativa non è per sempre e non possiamo sempre far ridere.

No, mie care, il motivo di questa lunga assenza non è di Soros, Bill e Melinda Gates, non è dei bug di Wapa, non è del carattere di merda della direttrice del dipartimento lesbiche fantastiche e della sua sfiga atavica in fatto di donne, il dipartimento intero non si è rammollito – se non avete letto la mini inchiesta sull’utilizzo delle app in quarantena cliccate qui, ma poi tornate qua – ma è solo ed essenzialmente uno e lo avevamo denunciato da tempo.

Lo avevamo fatto nel Vol. I con “Il triangolo no”.

Lo avevamo fatto nel Vol. II con “In due è amore, in tre è una festa e in quattro il Parlamento”.

Lo avevamo fatto nel Vol. III con “Le coppie svestite”.

Lo facciamo nel Vol. IV: Wapa e Tinder sono diventate il territorio di caccia dei fan di YouMeHer. No, contrariamente a come cantava Paola Cortellesi negli anni Duemila, nella canzone NoPerditempo, non si tratta più di «un singolo cerca coppia con lui contemplativo e non peloso», adesso le due principali app di incontri sono invase da coppie alla ricerca di singola non contemplativa e per niente pelosa. Ovviamente il 99,9% delle coppie è alla ricerca solo ed esclusivamente di un’altra donna.

Indagine su una coppia al di sopra di ogni sospetto

Per questo, giusto perché non abbiamo perso la nostra voglia di fare inchieste pregnanti e degne del Pulitzer, abbiamo rivolto la seguente domanda a ogni coppia che – nonostante sul profilo fosse scritto a lettere capitali NO COPPIE – ci ha allegramente matchato su Tinder: «Ciao! Quante donne in media accettano? E perché secondo voi il terzo che voi coppie cercate è quasi sempre una donna e quasi mai un uomo? L’omosessualità e la bisessualità maschile sono un tabù ancora così grande?».

Qui sotto una gallery delle migliori risposte di quelle che, una volta compresa l’analisi del testo, non hanno immanentemente annullato il match: 

Dopo questa inchiesta che sicuramente vincerà ogni premio, verrà pubblicata e copiata da tutte le grandi testate cishet lodando la fantasia dell’uomo virile che si porta a letto due donne contemporaneamente, dimostrando di non discriminarne nemmeno una fornendo le stesse attenzioni a entrambe, passiamo alle cose serie: quali mirabolanti categorie di lesbiche fantastiche abbiamo trovato in questo anno e mezzo?

La ricerca è stata durissima, ma come sempre abbiamo cercato di dare il meglio del nostro peggio nel mediocre mondo delle app di incontri. 

Le Dynasty

Scordatevi le famiglie più ricche del Colorado, qui parliamo di veri e propri scandali familiari spiattellati alla prima che incontri su Wapa: post adolescente fresca di coming out con se stessa, che ride come una ossessa con una perfetta sconosciuta dell’aver scoperto la bisessualità della madre spiandole il cellulare. Si saranno parlate nel frattempo? Please, send us a message e aggiornateci: supporteremo la vostra famiglia senza se e senza ma. Basta che smetti di ridere.

MAGA – Make Annoyance Great Again

A proposito di Colorado e Stati Uniti, il titolo in inglese non è un caso, perché questo esemplare di fantastic imaginary lesbian being per ora è unico e irripetibile, e soprattutto proviene da quella che da sabato 7 novembre non è più Trumpland. Ricapitoliamo la storia off screenshot: sua moglie l’ha mollata per un uomo che si è tosto sposata e cerca il vero amore al di là dell’oceano. A nulla vale cercare di farla ragionare, per lei la distanza e la virtualità sono solo una formalità. Make annoyance great again, darling, rendi il disagio di nuovo grande.

La cavallina storna

«O cavallina, cavallina storna, che portavi colei che non ritorna; lo so, lo so, che tu l’amavi forte! Con lei c’eri tu sola e la sua sdoma». Non possiamo sempre far ridere, ve l’abbiamo detto.

Infrangitrici di cuori per interposta persona

Avete presente quando vi innamorate follemente di una che non avete mai visto di persona ma che ormai vedete sempre in televisione? Ecco, immaginate di trovare in chat una sua amica e che questa vi confermi che sì, il vostro lesboradar funziona ancora benissimo, ma è già maritata. No, il nome lo censuriamo: l’outing non si fa.

Giovani, stupidi e «trust me you have Corona». O «MILF CI CHIAMI TUA MAMMA, SCIOCCHINO!»

Ripetiamo tutt* in coro: la m di Milf non è legata all’età. E comunque a 35 anni siamo ancora nel fiore degli anni. E pure se leggendo la vostra età potremmo davvero essere le vostre madri, mandarci i vostri peni in una chat per sole lesbiche non è assolutamente una buona idea e se non avete il cuore di ringraziare se vi si fa notare che è chiaro, dal colore del vostro pene, che dobbiate farvi il tampone per il Covid, siete proprio dei cafoni. Ingrati.

Le fobiche

No coppie posso capirlo. No relazioni a distanza posso capirlo. No strings attached anche. No bisessuali e no trans proprio no. Ve lo meritate Zan, e anche un buffetto sul sedere. Forte però. [Screen presi dalla pagina Facebook “Le psicopatiche di Wapa”]. Ah, ma pure voi acquariofobiche che problemi avete? Chiedo per me.

Politicamente (s)corrette e cerchiobottiste

In un mondo dove è diventato normale aver più paura della leghista che è dentro di noi che di quella intorno a noi, specificare di non voler avere a che fare con salviniane non si configura come discriminazione, quanto piuttosto come forma di autodifesa. Per chi invece usa la doppia negazione con le parole “capitalismo” e “comunismo” lasciamo la parola al soviet.

Le abiliste

L’abilismo è la discriminazione nei confronti di persone con disabilità e, più in generale, il presupporre che tutte le persone abbiano un corpo abile, ci dice Wikipedia, il che comprende anche la psiche. Sull’abilismo di alcune utenti bisognerebbe scrivere un volume a parte: i profili che annunciano di non voler avere niente a che fare con “psicopatiche” – termine che usiamo davvero con troppa leggerezza -, con gente in terapia o con persone che possano avere degli irrisolti, è un segno inequivocabile di quanto non solo la malattia mentale, ma anche soltanto il voler migliorare noi stesse sia visto come un segno di debolezza e quindi sia stigmatizzato. Provate ad andare in terapia, fidatevi: la vostra vita migliorerà di molto. 

#Consoli

Per tutte quelle nate dagli anni Novanta in poi, la dicitura “Canale Consoli” non vorrà dire nulla. Per molte di quelle nate prima vuol dire primo approccio col mondo lesbico con la scusa di fare la groupie. No, non stiamo facendo outing alla cantantessa, ma solo alle sue fan, che grazie ai potenti mezzi di mIRC hanno vissuto storie di amore e di tradimenti che Beautiful può solo accompagnare. Però conosco una coppia che sta insieme da allora, ma è etero, quindi non vale.

Audioslave

Nel Volume III l’avevamo detto: introdurre i vocali su Wapa non sarebbe stata una buona idea. E così è stato. Schiave del messaggio audio, disintossicatevi e lasciate che siano le persone che già hanno abbondante confidenza a usarne e abusarne, conoscendo quali limiti non superare per diventare invadenti. Non fatevi ingannare dalla scritta 00:00: sono lunghi. Tanto lunghi.  E tu, Chris Cornell, ovunque tu sia, perdonaci per aver usato il nome del tuo progetto musicale con Tom Morello invano. 

Lei è Giorgia, è una madre, è una donna, è cristiana, ma pure voi non state messe bene

Giorgia Meloni, al contrario di Salvini, ha compreso una lezione fondamentale: girare le proprie gaffe a suo favore trasformando la satira contro di lei in un punto di forza. Ed esattamente come per la signora di Mondello del «non ce n’è coviddì», anche molte utenti di Wapa hanno contribuito a creare il personaggio Giorgia Meloni, che tra remix, zucchine di mare ed espressioni degne di Regan nell’Esorcista, sta rosicchiando un voto dopo l’altro a Salvini. La differenza tra lei e il Capitone? Lei, ahinoi, un cervello ce l’ha e forse ha anche capito come usarlo. E smettete di paragonarla a Gollum che comunque il bodyshaming fa schifo a prescindere. [Screen presi dalla pagina Facebook “Le psicopatiche di Wapa”].

Non aprite quella porta

Prima di postare una vostra foto, soprattutto se in posizione che voi credete provocante, chiedetevi: l’arredamento di casa mia ha lo stesso appeal della mia gnagna pixelata? Se la risposta è no – e credeteci sarebbe quasi sempre no – per favore non apriteci le porte di casa vostra, nemmeno su Wapa. No, non è una questione di essere radical chic in fatto di arredamento o di essere maniache del feng shui: è che alcune cose fanno oggettivamente ribrezzo. Andate all’Ikea. O fotografatevi in un parco: ne guadagnerà la vostra vita sociale.

Questa chat non è un bazar

E niente, c’è chi cerca amicizia e poi chissà, chi cerca casa in Bolognina e chi invece cerca uno spacciatore su Tinder. Alla tipa che cerca compagne di fantacalcio vorrei solo dire: Consigli, Gosens, Hernandez, Koulibaly, Gomez, Castrovilli, Nàndez, Barella, Dzeko, Lukaku, Ibra. Per il resto ne parliamo al mercato di riparazione a gennaio, ok?

Bonus track: CHIARA DOVE SEI?

Ciao Chiara, ovunque tu sia, immaginiamo che avendo il nostro poster dedicato a Flavia Madaschi incorniciato nella tua foto profilo di Tinder tu sappia almeno che La Falla esista: ricambia il match della direttrice del dipartimento lesbiche fantastiche, ti ringrazierà a nome di tutta la redazione e ti renderà omaggio di una delle bellissime spille della Falla.

E con formula di rito: nessuna lesbica è stata maltrattata o sfruttata per la realizzazione di questa ricerca. Inoltre, nessuna lesbica deve essere maltrattata o sfruttata per la realizzazione di alcuna ricerca. Davvero. Lo ripetiamo. Il bullismo, il bodyshaming, il catfishing, il gaslighting e la prevaricazione non devono e non possono trovare posto tra le righe della satira.

Nessuna lesbica è stata maltrattata nella realizzazione di questo lavoro, tranne la sottoscritta e un po’ quello che le ha mandato le foto del pene. 

Immagine nel testo da wikimedia.org