Per superare l’invisibilizzazione delle persone bisessuali

Il 17 Maggio è la Giornata Internazionale contro l’omofobia, lesbofobia, bifobia, intersexfobia, transfobia e afobia. Ogni anno in questo giorno viene usato il termine “omotransfobia” che però lascia fuori tante esperienze di oppressione, tra cui la bifobia. Può quindi nascere una domanda: che cos’è la bifobia? È un’esperienza a sé distinta dall’omofobia?

Per comprendere la bifobia è necessario fare un passo indietro e analizzarne l’origine: il monosessismo.
Si tratta di un sistema di oppressione che offre privilegi e discriminazioni sulla base della propria identità e comportamento. Le persone monosessuali sono quelle che provano attrazione per un solo genere: in questa categoria troviamo le persone etero, gay, e lesbiche (nell’accezione di persone attratte verso donne e identità fem-aligned).

Il monosessismo premia le persone monosessuali con una serie di privilegi: ad esempio le categorie etero, gay e lesbiche sono date per certe e reali. Essendo socialmente intese come esistenti, ciò ad esempio permette di creare leggi e servizi specifici per le persone etero, lesbiche e gay. Per fare un esempio, l’offerta dei servizi socio-sanitari della Regione Emilia-Romagna è stata modellata su un pubblico eterosessuale e cisgender fino al 2019, quando è stata estesa per legge un’attenzione specifica alle categorie più oppresse, in particolare sono previste iniziative di informazione, formazione e sostegno per coprire le necessità delle persone gay e lesbiche, transessuali, transgender e intersex. Le identità bisessuali non sono annoverate, così come le persone asessuali.

Non è un caso: il monosessismo discrimina infatti le persone che provano attrazione per più generi (bisessuali, pansessuali, etc) o per nessuno (asessuali). Il monosessismo di conseguenza produce una serie di discriminazioni collegate ma diverse: tra queste bifobia e bi-cancellazione.

La bifobia è quindi uno dei prodotti del monosessismo e corrisponde agli atteggiamenti e comportamenti negativi nei confronti delle persone bisessuali. Sappiamo ad esempio da statistiche internazionali che le persone bisessuali subiscono nettamente più violenza da partner, stalking e violenza sessuale rispetto alle persone etero, gay e lesbiche.

Anche sul lavoro le persone bisessuali ricevono discriminazioni, cosa confermata da un recente report ISTAT: gli uomini bisessuali riportano contratti precari più degli uomini gay, e le donne bisessuali riportano domande sulla propria vita sessuale sul posto di lavoro più delle donne lesbiche. A questi si aggiungono gli effetti della stereotipizzazione, che vedono gli uomini bisessuali come gay repressi pronti al tradimento, le donne bisessuali come oggetti del desiderio maschile e/o sporcate dal contatto con il pene, e le persone non-binarie bisessuali come casi rarissimi di persone in cerca di attenzione.

Gli effetti della bifobia sulla salute sono purtroppo noti: le persone bisessuali godono di una salute fisica peggiore delle persone etero, gay e lesbiche, così come a livello mentale hanno un rischio più elevato di ansia, dipendenza da sostanze, depressione e suicidio.

A fronte di maggiori necessità socio-sanitarie ci si aspetterebbero quindi maggiori lotte per tutele nei confronti delle persone bisessuali, specie nell’associazionismo LGBTQIA+.

Eppure come abbiamo visto persino nei percorsi di legge specifici le persone bisessuali vengono omesse: questo è l’effetto della bi-cancellazione, uno degli altri prodotti del monosessismo. La bi-cancellazione corrisponde alla cancellazione delle identità, politiche e bisogni bisessuali al fine di assorbirli o all’interno dell’eterosessualità o all’interno dell’omosessualità.

Alcuni effetti della bi-cancellazione sono l’invisibilizzazione delle persone bisessuali nella storia, il soprassedere sulle istanze Bi+ nell’attivismo e l’ignorare le necessità non-monosessuali nei percorsi legislativi.

Quando le persone bisessuali alzano la mano per chiedere maggiori diritti la risposta è purtroppo spesso la seguente: se stai con una persona del tuo genere avrai le stesse identiche lotte di gay e lesbiche. Se stai con una persona «del genere opposto» allora sei etero, e godi di privilegio eterosessuale, quindi di cosa ti lamenti?

Questo nonostante la maggiore violenza ricevuta in ogni caso. E questo alla faccia delle persone bisessuali single, così come delle persone bisessuali non-binary che stanno insieme a persone non-binary e per cui il discorso sul genere opposto non ha senso.

Uno degli effetti della bi-cancellazione è ritenere che l’identità bisessuale possa essere dissolta da una persona etero o omosessuale, che mette il proprio bollino sulla persona Bi+, garantendo ad essa l’accesso al mondo etero oppure alla comunità LGBTQIA+.

Le persone bisessuali vengono quindi invisibilizzate, in quanto non considerate in sé come identità con specifici problemi e bisogni, ma unicamente in virtù della persona con cui stanno. Eppure le persone bisessuali esistono eccome: secondo una ricerca IPSOS le persone bisessuali superano nettamente in numero le persone gay e lesbiche, sia a livello globale che in Italia.È quindi necessario un cambio di rotta: è necessario rompere il monosessismo fuori e dentro la comunità LGBTQIA+ e lottare in maniera unita per smantellare l’oppressione che colpisce le persone bisessuali sul lavoro, nella sanità, nelle relazioni e in tutti i momenti della propria vita.