CASAPOUND E SOVRANISTI HANNO CAVALCATO L’ONDA DEI FATTI DI BIBBIANO. E L’INTERESSE PER I RAPPORTI LEGA-RUSSIA PASSANO IN SECONDO PIANO. UNA STORIA ATTRAVERSO I DATI

di Irene Moretti

Vichi di CasaPoundfortunato personaggio inventato da Caterina Guzzantiè morta. Dopo lunga agonia iniziata con le unghie smaltate di Josefa, più o meno un anno fa, la  militante porta a porta dei “fascisti del terzo millennio”, come a loro non piace essere chiamati, è venuta a mancare: la propaganda intorno al caso Bibbiano ne dà l’annuncio. Il suo fantasma, però, si può trovare nelle periferie romane, nel quartiere Esquilino e ovunque ci sia un immobile da sgomberare o da assegnare. Solo agli italiani. Il militante di CasaPound, quello che andava in giro “a propagandare” le sue idee, non esiste più, perché il militante di CasaPound del 2019 potrebbe essere chiunque. Anche inconsapevolmente. Il movimento politico fondato da Iannone e timonato da Di Stefano è riuscito, meglio di partiti e movimenti ben più navigati, a conquistarsi uno spazio sempre maggiore nella vetrina più contesa degli anni Dieci, quella dei social media. E per farlo  hanno usato la più convenzionale delle armi della propaganda: l’informazione.

La verità, vi prego, su Bibbiano. Qualche giorno fa, su queste pagine, avevamo già dimostrato che tutto quello che pensate di non sapere su Bibbiano è falso, perché non è vero che di Bibbiano non si parla. Con un espediente semplicissimo – il conteggio degli articoli usciti su sei quotidiani nelle loro edizioni online dal giorno in cui la notizia è diventata di dominio pubblico al giorno precedente alla pubblicazione dell’articolo stesso – abbiamo evidenziato come, a dispetto degli hashtag #ParlateciDiBibbiano, di Bibbiano si è data ampia copertura

A dimostrazione di questa teoria abbiamo fornito numeri. Stavolta entreremo più nel merito. Con una prima domanda: come sono distribuite nel tempo le notizie con parola chiave “Bibbiano”? 

Ancora una volta Google è nostro amico. 

Trend della parola chiave “Bibbiano” su Google news, dal 26 giugno al 25 luglio 2019

Il grafico che vedete analizza le tendenze della parola chiave “Bibbiano” tra il 26 giugno e il 25 luglio. Come prevedibile si ha un primo picco di notizie tra il 26 e il 28 giugno, i giorni in cui l’inchiesta “Angeli e demoni” viene resa pubblica e arrivano le prime misure cautelari e avvisi di garanzia. Con toni diversi a seconda delle diverse linee editoriali, i giornali italiani parlano tutti – nessuno escluso – delle indagini. Le maggiori testate aggiornano quotidianamente le loro pagine con articoli e retroscena sulle vicende giudiziarie e i suoi, veri o presunti, protagonisti. Ed è così che si inizia a parlare del “Sistema Bibbiano”. 

L’andamento dei trend di Google news è altalenante, con picchi e flessioni che seguono le maggiori svolte e novità sulla vicenda, giudiziarie e politiche, ma la soglia di attenzione resta pressoché costante fino alla finestra tra il  sette e l’undici luglio, periodo nel quale osserviamo sostanziale silenzio sulla vicenda. Le motivazioni di questo appiattimento nei trend sono diverse, ma tutte legate alla contingenza. Prime su tutte la mancanza di aggiornamenti rilevanti sulle indagini di Bibbiano e l’irrompere sulla scena di una notizia esplosiva: l’undici luglio il portale di informazione Buzzfeed pubblica gli audio registrati al Metropol di Mosca in cui quello che sarà poi identificato come Gianluca Savoini parrebbe contrattare per ottenere finanziamenti per la Lega.  

Confronto tra l’andamento della parola “Bibbiano” e del nome “Savoini” su Google News

L’undici luglio è la prima data zero: l’attenzione delle testate giornalistiche si sposta dal caso Bibbiano a quello che poi sarà definito Moscopoli. Attenzione legittima: con il passare delle ore prende sempre più corpo l’ipotesi che il maggior partito d’Italia secondo i sondaggi, la Lega, potrebbe aver ricevuto finanziamenti illeciti dalla Russia. Informazioni frammentate sì, ma in ogni caso più corpose di quelle che trapelano dalla Val d’Enza. Così, in attesa di sviluppi giudiziari la stampa generalista, come Repubblica, La Stampa e Corriere della Sera, preferiscono concentrarsi sulle ricadute politiche e giudiziarie dell’audio del Metropol e non su Bibbiano: nessun aggiornamento dalla Procura, nessun articolo se non ribattute. Del resto, come spiegato in precedenza e in altre sedi, essendoci minori coinvolti, la deontologia professionale impone molto più che prudenza. Controcorrente, invece, le testate storicamente collocate a destra come Libero e soprattutto il Giornale che, anche durante i giorni di diagramma piatto, continuano a pubblicare retroscena sul caso Bibbiano. Più di Libero e Il Giornale è un’altra la testata che prenderà solo un giorno “di buco” su Bibbiano, l’undici luglio. La testata è Il Primato Nazionale, giornale di CasaPound e della Dama Sovranista, Francesca Totolo.  E lo farà con questi titoli:

 

  • 8 luglio: «Salvini su affidi illeciti: “Giusta sospensione sindaco Bibbiano”»;
  • 8 luglio: «Reggio Emilia, Meloni a testa in giù: post choc di assessore Pd»;
  • 9 luglio: «Fontana su affidi illeciti: “A Bibbiano attacco ideologico contro la famiglia”»;
  • 9 luglio: «Affidi illeciti, famiglia suicida nel ’96. La psicologa: “Stessa onlus Bibbiano, riaprire caso”»;
  • 10 luglio: «Inchiesta affidi, a Bibbiano arriva anche l’esorcista. E brucia la foto di un’indagata (Video)»;
  • 10 luglio: «Affidi illeciti di minori, ora l’ex sindaco di Bibbiano si autosospende anche dal Pd»;
  • 10 luglio: «Boschi contro Salvini: “È un maschilista, ha ragione Spadafora”, con questa chiusa: «Insomma, per la Boschi il maschilismo è bipartisan. Ma, con tutto il rispetto per la piaga della violenza sulle donne, una parola per gli abusi perpetrati ai danni dei bambini anche a causa di un suo collega del Pd, il sindaco Andrea Carletti di Bibbiano, non si è ancora sentita uscire dalle belle labbra della Boschi – che nel 2017 partecipava con entusiasmo e gioia ad un’iniziativa del Pd della cittadina emiliana»;
  • 12 luglio: «Di Maio su Bibbiano: “Lo strazio dei genitori reclama giustizia”»;
  • 13 luglio: «Bibbiano, Lega: “Coinvolta anche la Ausl di Reggio Emilia. Si indaghi sul giro di soldi»
Prime pagine de Il Prima Nazionale, luglio 2019

I titoli dal 15 luglio in poi sono quelli dell’immagine. Se i titoli, sia quelli in foto che quelli trascritti, vi dicono qualcosa è normale: sono il canovaccio della propaganda che si scatenerà di lì a poco. E portano dritti alle prossime date zero: il 12, il 17 e il 21 luglio. 

Se volete spoilerarvi l’importanza del 17 luglio potete leggere qui quanto scritto dal debunker David Puente sulle pagine di Open. Altrimenti pazientate ancora un po’ e date un’occhiata al prossimo grafico. 

Andamento parola chiave “Bibbiano” sulle ricerche Google tra il 26 giugno e il 25 luglio 2019

 

Se i dati precedenti dimostrano che l’affermazione “Parlateci di Bibbiano” è quantomeno in malafede, i dati relativi alle ricerche degli utenti sulla parola chiave “Bibbiano” lasciano poco adito alle interpretazioni: dopo un lieve picco in corrispondenza della pubblicità della notizia il 27 giugno il trend è rimasto stabile per quasi quindici giorni. Per poi ricominciare a risalire vertiginosamente durante la scorsa fine settimana con una prima accelerata il 12 luglio – data che i giornalisti di Repubblica Guglielmo Foschini e Beniamino Pagliaro fanno coincidere con “Il primo soffio” della propaganda, 48 ore dopo la pubblicazione degli audio da parte di Buzzfeed e il giorno stesso del monologo-editoriale di Mario Giordano sui fatti di Bibbiano – e con la definitiva accelerata a partire dal 17 luglio. Tra il 12 e il 17 luglio, come ben documentato da Guido Pentrangeli sull’HuffingtonPost, è la galassia dei gruppi Facebook a stampo sovranista a lavorare, nemmeno troppo sottotraccia, per la diffusione di presunte notizie su Bibbiano. Complice inconsapevole Mario Giordano con il suo sfogo ormai diventato virale e pagine di stampo sovranista che spingono nel sillogismo “se un iscritto al Pd è coinvolto nei fatti di Bibbiano è colpa del Pd, se tre persone omosessuali sono coinvolte nella vicenda c’è un complotto per diffondere teorie gender e rubare bambini per darli ai gay”. 

E così si va avanti fino al 17 luglio, la terza data zero.

I primi hashtag #ParlateciDiBibbianoCosa è successo il 17 luglio? Come ha fatto notare Puente, una serie di curiose coincidenze targate tutte (o quasi) CasaPound. Il primo segno di vita lo dà un certo Wuolli87 (@wuolli87) su Twitter, account che conta veramente troppi pochi follower, ma che lancia il primo hashtag-sasso nello stagno social, alle nove del mattino; segue, dopo un’ora, Pier Paolo Mora, coordinatore regionale per l’Emilia-Romagna del movimento di Di Stefano; Francesca Totolo arriva dopo pranzo. 

 

Sulle pagine de Il Primato Nazionale compare l’articolo «“Parlateci di Bibbiano”. Spunta la scritta sul murales Pd costato 50mila euro di fondi pubblici» in cui si dà notizia  che «Una scritta più eloquente di mille discorsi: “Parlateci Di Bibbiano”, con la “P” e la “D” bene in evidenza – a voler richiamare un’altra sigla, quella del Partito Democratico, di cui alcuni esponenti impiegati nelle amministrazioni cittadine (tra tutti il sindaco di Bibbiano Carletti) risultano indagati nell’inchiesta Angeli e Demoni sull’atroce giro di affidi illeciti di minori. E’ comparsa sui muri delle città di tutta Italia, ma soprattutto ha fatto bella mostra di sé sul “murales della legalità“, della “Ostia che resiste”, in fase di completamento sulla facciata della stazione di Lido Nord della ferrovia Roma-Ostia. Un murales che sulla carta doveva rappresentare 21 “persone che si sono impegnate per la cultura e la legalità a Ostia” ma che invece è finito per essere il Pantheon del Pd e della sinistra lidense tutta. C’è addirittura il volto della giornalista Federica Angeli, – quella che definiva l’amministrazione Tassone (condannato a 5 anni per il suo coinvolgimento in Mafia Capitale) del X Municipio “la migliore mai vista” – e il cane(sic) di un militante di un collettivo antagonista lidense(…) Qualcuno, però, non è stato zitto. E stanotte sono comparsi due striscioni inequivocabili: “Parlateci Di Bibbiano”, l’inchiesta emiliana di abusi, abomini e corruzione, che vede come vittime i bambini e le loro famiglie naturali, sacrificati sull’altare del denaro e di una ideologia aberrante che mira alla disgregazione totale della famiglia nel nome del gender, del femminismo, della famiglia arcobaleno, dei diritti/capricci. Ignorata (volutamente?) dalla stampa mainstream e da quei soloni dell’establishment culturale a cui importa dei bambini solo quando sono stranieri e possono usarli per propagandare l’invasione, che non hanno speso una parola per denunciare l’orrore subìto dalle vittime – e quando hanno aperto bocca, è stato per minimizzare vilmente – oppure nel caso del Pd, per difendere gli indagati».

An hashtag is born, Vichi invece non si sente tanto bene. Nel momento in cui l’hashtag inizia a diventare virale ogni utente Twitter diventa potenzialmente un militante di CasaPound e anche i più insospettabili diventano sovranisti di lungo corso. L’hashtag fa presa, non solo a destra: anche Davide Barillari, consigliere regionale del Lazio in quota Movimento 5 Stelle, rilancia. Segue Giorgia Meloni. Poi arrivano i cantanti: Laura Pausini, Nek e Ornella Vanoni che chiede di mandare tutti nelle patrie galere senza neanche passare dall’aula del tribunale. Colpisce la pancia, come si suol dire. E le persone condividono. 

E si arriva così al 21 luglio, l’ultima data zero. È il giorno in cui il numero di ricerche per parola chiave “Bibbiano” raggiunge l’apice dal 27 giugno, il giorno in cui, come rileva Petrangeli, l’hashtag #BibbianoOmertà riesce a rimanere per ben 13 ore nei trend topic di Twitter. È il giorno dopo la fiaccolata, il giorno in la retorica e la propaganda delle destre raggiunge il suo picco massimo.

Tweet #BibbianoOmertà

E mentre l’interesse per Bibbiano sale, scende quello per le faccende legate alla Lega e ai presunti fondi russi. Scende anche mentre Enrico Mentana fa una delle sue maratone per seguire passo dopo passo l’interrogazione parlamentare di Giuseppe Conte proprio sui presunti finanziamenti. Scende mentre Salvini, Di Maio e Renzi, anziché presentarsi in aula, fanno dirette Facebook. 

Chiamatela onda, chiamatela tempesta, chiamatela montagne russe: Vichi non c’è più. La propaganda corre sull’autostrada della rete. E ha messo la freccia a destra.

 

NdA: Si ringrazia Raffaele Angius per il prezioso apporto tecnico, etico e morale.