IL GIOCO DELLA DESTRA SULL’ANTISEMITISMO

Le commemorazioni, nazionali o mondiali, in una contemporaneità in cui la funzione e l’esercizio della memoria appaiono sempre più sfumati, hanno ancora – e tanto più – una funzione fondamentale. Se non altro perché, quando se ne negano efficacia e utilità, una serie di notizie ed eventi ne sottolineano invece la necessità. 

Il Giorno della Memoria è esemplare. Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 alcuni episodi hanno puntellato, sulle pagine dei giornali, l’importanza di un tema mai tramontato: l’antisemitismo. A dispetto delle apparenze e delle dichiarazioni collettive di lotta a questa forma di razzismo, la questione ha assunto negli ultimi anni toni piuttosto strumentali. Solo negli ultimi mesi si possono riassumere tre momenti chiave per questo racconto. 

Il 30 ottobre 2019 il Parlamento italiano approva al Senato la creazione della Commissione Segre contro razzismo e antisemitismo: le principali rappresentanze parlamentari di destra si astengono (Lega, Fdi, parte di Fi). «Se vogliamo votare un documento serio sul tema dell’antisemitismo, Fratelli d’Italia c’è, ma non ci si può nascondere dietro una questione così seria per tentare di mettere in atto una censura politica verso i propri avversari» tuona Giorgia Meloni dalla sua pagina Facebook, in linea con le posizioni degli altri leader astenuti. Le conseguenze mediatiche si abbattono su Liliana Segre, che riceve valanghe di insulti e minacce di morte tramite il web

Le reazioni di una certa stampa di destra sono emblematiche: Il Giornale, Libero, La Verità sono più o meno allineati sul ridimensionamento dei numeri legati alle minacce subite dalla senatrice a vita e deportata ad Auschwitz, finanche mettendo in dubbio la necessità della scorta assegnata a seguito delle stesse. 

A partire da questo momento si è notata nei giornali sopracitati l’intensificazione di una campagna volta a risignificare il tema. Attorno alla Giornata della Memoria l’incremento di episodi antisemiti ha finito per popolare le pagine della carta stampata: «Juden hier» compare sulla porta del figlio di una deportata a Torino; sempre a Torino, la scritta «Crepa sporca ebrea» sulla casa della figlia di una staffetta partigiana; a Bologna, una stella di David con tanto di freccia che indica il campanello di uomo di discendenza ebraica. 

Come si è parlato di questi episodi da parte di chi ha sostenuto la linea anti commissione Segre? «Il tema dell’antisemitismo è un tema reale, un tema presente, qualcosa contro cui bisogna combattere in maniera trasversale senza ambiguità» sempre per citare Giorgia Meloni, in un suo comizio triestino. 

Proprio qui scatta la nuova tendenza. L’accusa è sottile ma neanche troppo, e viene presto esplicitata: l’antisemitismo esiste ed è un problema, ma non colpevolizzate la destra che cerca di combatterlo, chi odia gli ebrei sta a sinistra, tra le fila di chi critica e osteggia lo Stato di Israele. Il salto può sembrare ardito, eppure in questa frase risiede la linea comunicativa rispetto a quello che è stato definito anche «il nuovo antisemitismo». La sovrapposizione tra Israeliani e giudei così operata è non solo impropria, ma gravemente mistificante: solo il 30% della popolazione ebrea mondiale vive in Israele. Chi considera antisemitismo ogni critica allo Stato di Israele opera una distorsione della realtà che ha come base la stessa matrice razziale che afferma di voler combattere. Dulcis in fundo, l’utilità di questo allineamento sovranazionale e comunicativo in favore di Israele è legato all’islamofobia che ha reso il Moro shakespeariano il nuovo vero nemico dell’Occidente. 

Altro episodio che ha dominato la stampa poco dopo la giornata del 27 gennaio è la pubblicazione del rapporto Eurispes sul negazionismo e l’antisemitismo: il 15,6% degli italiani nega la Shoah; un altro 16,1% crede ne vada ridimensionata la portata. Numeri inquietanti ma ben presto ridigeriti da chi, come abbiamo visto, sta operando una campagna comunicativa del tutto strumentale. Shoah, quei dati di Eurispes tenuti nascosti. L’antisemitismo? Sta a sinistra: questo un articolo del Giornale.it, tra i diversi di questa risma, che si lancia in un’arzigogolata diagnosi percentuale che mira a ricostruire come quelle statistiche siano più distribuibili tra l’elettorato di sinistra e del M5s che non della destra.

Insomma, si è ben lungi dalla presa in carico collettiva di un problema che è reale e tangibile, come testimonia l’incremento di episodi antisemiti e di neonazisti. 

A quanto pare, nessuna condanna «senza se e senza ma» dalla destra di oggi, dopotutto, dimenticavo: «e allora le foibe?»

Pubblicato sul numero 54 della Falla, aprile 2020

Immagine 1 da lastampa.it

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