COME STEVE BANNON STA DIFFONDENDO LA SUPREMAZIA BIANCA
di Anna Cardascia
La destra radicale sta prendendo piede in Europa e nel mondo. Dall’Italia alla Polonia, in Ungheria, nel Regno Unito della Brexit – per non parlare di Trump ed Erdogan.
Le bugie, su cui si costruiscono le campagne che hanno alla base razzismo e paura, valgono sempre di più, e la verità sempre meno. I fatti e i dati hanno perso valore perché le persone hanno smesso di conferirglielo, facendosi convincere che quello che provano istintivamente è più importante. I voti alle destre sono spesso chiamati “di pancia”, ma quasi sempre vengono dalla testa, poiché la propaganda dei demagoghi cambia il modo in cui le persone pensano. La retorica di molta sinistra spesso svaluta questa capacità, propria dei movimenti populisti, alienandosi sempre di più buona parte di quell’elettorato: numericamente non fa differenza, poiché si tratta di individui che non avrebbero mai messo una croce sul loro simbolo, ma l’effetto che certe retoriche sortiscono è che chi già tende verso una destra viscerale e incattivita, si radicalizza sempre più nelle sue posizioni.
La destra e il populismo hanno creato una versione dei fatti e della società che ha senso per molte persone: parla alle loro paure innate e dà loro un capro espiatorio. Che sia l’Europa, gli immigrati, gli omosessuali, gli zingari, l’euro, o il governo precedente, identificare o inventare un nemico, per poi promettere di essere la persona (o il partito) che riuscirà a liberarsene, sortisce sempre buoni risultati. Ha funzionato per Hitler e funziona anche meglio in quest’epoca di post-verità.
In questo momento storico, la destra radicale sta anche cavalcando la sempreverde retorica della supremazia bianca. Noto estremista, Steve Bannon è stato tra gli organizzatori della campagna politica di Trump, oltre che consigliere del presidente per diversi mesi. Dopo essere stato licenziato, a seguito della pubblicazione del libro Fire and Fury, che riportava i suoi commenti sul fatto che Trump avesse tradito la patria (un alto crimine negli Stati Uniti), Bannon si è imbarcato verso l’Europa per espandere il lavoro che ha cominciato nel suo paese natale. Negli Usa, infatti, il giornale Breitbart News, di cui è stato presidente del Cda fino al suo licenziamento dalla Casa Bianca, diffonde tutti i giorni articoli come La pillola fa diventare le donne brutte e pazze e Vorresti che tuo figlio fosse femminista o avesse il cancro?.
In Europa, Steve Bannon ha tenuto conferenze e incontrato politici in Spagna, Italia, Germania, Francia e Ungheria. Quando la sua idea di diffondere il panico, per una fantomatica alleanza tra Turchia, Iran e Cina, non è andata in porto, il suo messaggio è diventato: “Lasciate che vi chiamino razzisti e xenofobi. E siatene orgogliosi”. La sua versione della realtà, basata su bugie razziste, antisemite, maschiliste e omofobe, vuole unire le destre in una storia di orgoglio bianco e cristiano. Da inaccettabili nel mainstream, le retoriche di razzismo sono diventate ammissibili in nome della difesa della patria, della contaminazione della razza, del “non ripopoleremo la nostra nazione con i loro bambini”.
Di recente, nonostante le proteste online e i picchetti, Bannon è stato invitato a dibattere alla storica società di dibattiti Oxford Union. Dopo aver spinto per la Brexit – tanto che Nigel Farage ha dichiarato che non sarebbe mai andata in porto senza il suo aiuto e influenza – Bannon vuole conquistare l’Europa. Molti leader europei si sono rifiutati di dargli corda, ma, nonostante l’indignazione che suscita, la sua retorica è già stata legittimata da molti.
Cosa deve fare dunque la sinistra? Superare le tensioni interne e scrivere una storia che riparta dalle proprie radici. Proporre un’alternativa non significa soltanto smentire le controparti, tantomeno prenderle in giro, ma avere un’idea per costruire un Paese migliore e un progetto per arrivarci. Fino ad allora, le destre, i conservatori, i populisti, verranno votati da persone di tutti i tipi, tra cui anche membri della nostra comunità, per paura di un nemico che non esiste.
pubblicato sul numero 42 della Falla, febbraio 2019
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