di Francesco Colombrita

Erede di un’epoca incerta e confusa, Paul Verlaine si fece profeta di un disagio che segnò un’era. Vate del Decadentismo, nato dai celebri versi della sua Languore e insoddisfatto dagli agi borghesi, si lascerà trascinare in una relazione tanto maledetta quanto i suoi versi: quella col diciassettenne Arthur Rimbaud. Abbandonati moglie e figlio, Verlaine si darà per anni al vagabondaggio in compagnia del giovane tra Inghilterra e Belgio, componendo le celebri Romances sans paroles.

La tumultuosa relazione finirà con due colpi di pistola rivolti a Rimbaud che voleva lasciarlo, che portarono una condanna a due anni per sodomia. Debilitato da una malattia venerea contratta dalla dissolutezza, morirà di polmonite. I giornali dell’epoca riportarono che addirittura, all’indomani del funerale, la statua di Poesia all’Operà, perse in suo onore il braccio che reggeva la lira.

pubblicato sul numero 23 della Falla – marzo 2017

immagine realizzata da Riccardo Pittioni del collettivo Gli Infanti