Pionier* dei temi lesbici e trans, intersezionale nell’approccio ancor prima che esistesse la parola, attivista instancabile, divulgat*, Leslie Feinberg (1949-2014) è stat* un essere umano che con la sua stessa esistenza faceva esplodere il binarismo e le definizioni identitarie più rigide.
Incontra il Workers World Party (partito marxista-leninista rivoluzionario degli Stati Uniti), di cui resterà sempre militante, nei primi anni ‘70, e contestualmente comincia a scrivere, occupandosi per oltre 15 anni della pagina sui prigionieri politici nel periodico del partito, Workers World, fino a diventare editor del giornale nel 1995.
Il suo primo romanzo – che resta il più famoso dei suoi scritti – è Stone butch blues (1993); racconta la storia di Jess Goldberg, butch/trans della working class che affronta con coraggio un percorso di vita in cui non era prevista la sua sopravvivenza, come direbbe Audre Lorde. Nonostante i parallelismi evidenti, non è un’opera autobiografica. Tradotto in molte lingue, si trova scaricabile gratuitamente (in inglese) sul sito lesliefeinberg.net.
È mort* per le complicazioni legate a varie malattie, tra cui quella di Lyme, dovute a morsi di zecca. In quanto persona lesbica e trans, pur avendo avuto problemi di salute fin dagli anni ‘70, ha esitato a lungo prima di rivolgersi ai medici, tema su cui ha poi scritto e fatto divulgazione.
Le sue ultime parole, secondo quanto riportato dalla moglie Minnie Bruce-Pratt, sono state: «Remember me as a revolutionary communist [ricordami come un* comunista rivoluzionari*]»
Immagine realizzata da Riccardo Pittioni
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