Sputare sulla famiglia. Sputare su Hegel. Sputare sul patriarcato. Potremmo riassumere in queste poche azioni ripetitive, benché liberatorie per una pensatrice del suo calibro, la vita di Carla Lonzi. Nata nel 1931 in una famiglia della piccola borghesia fiorentina, Lonzi si emancipa presto dal giogo familiare e decide, a soli nove anni, di rimanere in collegio. Tra i Cinquanta e i Sessanta si dedica al mondo dell’arte, riflettendo sul rapporto tra artista, opera d’arte e critica – destituendo quest’ultima dalla sua posizione di potere. Focalizza poi la sua attenzione sui movimenti femministi. Da un lato, il collettivo Rivolta Femminile diventa fonte di ispirazione per i gruppi di donne degli anni Settanta, dall’altro i saggi Sputiamo su Hegel (1970) e La donna vaginale e la donna clitoridea (1971) aprono la strada a nuove forme di elaborazione politica sul genere, all’autocoscienza e alla ribellione al potere patriarcale. Si spegne nel 1982 a Milano, a soli cinquantuno anni.

Pubblicato sul numero 53 della Falla, marzo 2020

Immagine realizzata da Riccardo Pittioni