Figlia di ex schiavi, Josephine Baker nasce a St. Louis nel 1903: nera, bisessuale, già diva. Naturalizzata francese nel 1937, da tredicenne senza fissa dimora a icona degli anni ’20 il passo è breve: prima donna nera a diventare una star internazionale, amata da Hemingway e Simenon, amica intima di Grace Kelly; è solita calcare le scene con Chiquita, il ghepardo domestico dotato di un collare di diamanti.
Durante la seconda guerra mondiale partecipa alla Resistenza francese: è reclutata dai servizi segreti, si arruola nell’aeronautica militare, ottiene il grado di capitano e lavora nella Croce Rossa. Dal palco della Marcia di Washington è lei che, nel 1963, dà la parola a Rosa Parks. Dopo l’assassinio di Martin Luther King le viene offerta la leadership del movimento per i diritti civili, alla quale rinuncia per non lasciare orfani i figli. Baker, infatti, ne aveva adottati 12, provenienti da ogni parte del mondo e di diverse religioni. Li definiva “la tribù dell’arcobaleno”.
pubblicato nel numero 36 della Falla – giugno 2018
immagine realizzata da Riccardo Pittioni del collettivo artistico Gli Infanti
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