Enfant prodige, epitome di quei poeti maledetti che hanno rivoluzionato lo scrivere in versi, piccolo genio e trafficante d’armi, Jean Nicolas Arthur Rimbaud nasce a Charleville il 20 ottobre 1854, nelle Ardenne. Si distingue per meriti scolastici, scrive poesie e inizia una fitta corrispondenza con molte figure di spicco dell’epoca che lo porteranno a Parigi, fin nella casa dei suoceri di Paul Verlaine. La bellezza del giovane fa presto breccia nel poeta delle Feste galanti dando vita alla coppia di amanti non solo più celebre della letteratura, ma dell’immaginario omosessuale. La relazione, tanto iconica quanto tossica, terminerà con due colpi di pistola sparati contro Rimbaud nel 1873. Con la fine del rapporto iniziano a scemare anche le rime del giovane poeta, che continuerà a scrivere durante i suoi viaggi ma con minor frequenza. Approdato in Africa nel 1880, Rimbaud si concentra sulla propria carriera arricchendosi come commercianti d’armi e, se si vuol dare ascolto a certe voci, di schiavi. Da giovane innovatore linguistico a uomo del suo tempo il passo è tristemente breve. Morirà a Marsiglia di setticemia, in quella Francia dove non sarebbe voluto tornare, nel 1891.