DATING APP, STORIE D’AMORE E ALTRI DISASTRI IN QUARANTENA
In principio furono i profili fake
La risposta delle app
Inviat* speciale a Wuhan
Dalla finestra sul cortile alla finestra sul mondo
Raccontarsi
Una cosa è certa: nonostante l’impossibilità nell’imminente futuro di potersi incontrare di persona c’è tanta voglia di parlare, di raccontare e di raccontarsi. Nel mondo e in Italia. La possibilità di poter viaggiare anche solo attraverso le app ha dato sicuramente un contributo a rendere la quarantena più tollerabile ad alcune persone dando la sensazione, anche se solo virtuale, di essere meno sole. Su Tinder come su Wapa le persone iniziano a lasciarsi andare, soprattutto quelle che stanno vivendo questo isolamento in maniera particolare. Dalla provincia laziale una ragazza racconta di come la quarantena l’abbia bloccata nella convivenza con una ex di lunga data: quasi vent’anni di relazione non sono pochi e il dover condividere uno spazio quando l’amore è finito può essere un terreno scivoloso, se a causa della pandemia non si possono cercare altre soluzioni poi la situazione può peggiorare. Non è questa, fortunatamente, la situazione della ragazza laziale e nemmeno quella delle altre tre donne che hanno raccontato una situazione analoga. Questi casi positivi, però, non devono farci abbassare la guardia: le convivenze forzate possono essere un problema non indifferente. Convivenze forzate che non riguardano soltanto ex partner: in un contesto di crisi socio-economica oltre che sanitaria, molte persone si sono ritrovate costrette a tornare a vivere coi genitori.
E se l’attesa del piacere fosse essa stessa il piacere?
Il fatto che al momento non ci si possa incontrare non significa che non possa nascere nulla.Più di una persona ha raccontato di come questo periodo di chat interminabili stia portando comunque alla nascita di qualcosa. Flirt, battute, complimenti, messaggi più e meno espliciti: non c’è quarantena che tenga, il cuore vuole ciò che il cuore vuole, soprattutto in attesa di dare al corpo quello che il corpo vuole. Ci sono ragazze che si sono conosciute virtualmente pochi giorni prima dell’inizio dell quarantena e non hanno fatto in tempo a incontrarsi, altre che hanno fatto in tempo e ora si struggono e persone che si sono conosciute nel mentre. Tutte con gli stessi interrogativi: quando potremo vederci? Ci piaceremo anche senza la mediazione dello schermo? Ci piaceremo ancora? Una giovanissima scrive: «Oddio, la mia crush si è dichiarata e prova lo stesso: ora che facciamo?». «Speriamo di non dovere aspettare anni prima di vivere insieme lesbodrammi», scrive F.. Noi comunque tifiamo per voi.
L’ironia che salverà il mondo e le irriducibili del sesso
Abbiamo cambiato il modo usare le app di incontri?
Alcune persone sostengono di no, che Tinder, Wapa, OkCupid, Taimi e sorelle siano la solita landa desolata: un non-luogo dove è impossibile sostenere una conversazione o trovare una persona interessante. Le interazioni degli ultimi dieci giorni, però, dimostrano il contrario. L’abbattimento della barriera geografica operato da Tinder, le descrizioni dei profili su Wapa e l’aumento delle compatibilità dimostrano che in questo periodo così strano delle nostre vite in cui siamo costrette alla cattività la nostra voglia di interazioni sociali è più viva che mai. Ci sono persone che progettano il futuro sognando e coltivando relazioni che chissà dove le porteranno; persone che hanno bisogno del parziale anonimato che una app può garantire per confrontarsi e sfogarsi; persone che cercano di costruire amicizie o che hanno semplicemente bisogno di qualcuna con cui sfogarsi; c’è chi ancora crede nell’amore e chi nel potere di strappare una risata al prossimo; c’è chi ha voglia di raccontarsi e di pensare al domani. La convenzione che vuole questi luoghi-non-luoghi come luoghi esclusivi di seduzione quasi forzata è caduta. Nel 1933 Nazim Hikmet scriveva: «Chi sa, forse non ci ameremmo tanto/ se le nostre anime non si vedessero da lontano/non saremmo così vicini, chi sa,/ se la sorte non ci avesse divisi». E forse non occorre davvero aggiungere altro.
Perseguitaci