Camminate orgogliosamente circospette, sguardi sottesi tra compagni per superare i posti di blocco, il desiderio di esistere agli occhi di tutti che risale dal Bosforo in piazza Taksim: tutto sferzato dalla forza del diniego e dal divieto di manifestare. La tua Turchia, Erdoğan, è anche questo.

A fermarti non basta un passato laico fin dalla depenalizzazione dell’omosessualità del 1858, non basta il grande pride del 2015, non basta l’Europa che sta a guardare. Allo stesso modo, però, non bastano a fermare l’orgoglio né i proiettili di gomma né i tuoi idranti: Hande Kader ce lo ha insegnato, e il suo nome, migliaia di persone, lo hanno urlato in faccia alla tua repressione, perché non venisse dimenticato. Nel suo nome la battaglia continua, nel suo nome i tuoi arresti e la tua dittatura perdono forza.

pubblicato sul numero 27 della Falla – luglio/agosto/settembre 2017

immagine realizzata da Andrea Talevi