PER UN PUGNO DI EURO

Un pugno di euro. 600, per la precisione. Cinque parlamentari e un paio di migliaia (a oggi) di politic*, tra sindac*, consiglier* e assessor* risultano aver richiesto all’Inps il bonus previsto dal decreto Cura Italia per lavoratori e lavoratrici autonomi e a partita Iva. La notizia è di Repubblica e da ieri i social si sono scatenati: i «furbetti del bonus» è il nome non particolarmente originale per i colpevoli le cui identità non ci è dato ancora di conoscere.

Tra minacce di sospensioni, espulsioni, ginocchia tremanti per i partiti de* parlamentari coinvolti (Lega, M5s e Iv) e non solo, appelli a farsi avanti, sdegno universale, chi dobbiamo dunque biasimare?

Ma noi tutte, naturalmente.

Noi tutte e tutti alla ricerca di un’etica perduta, o forse mai avuta, che invece di rivoltare quotidianamente, come l’archetipico calzino, la secolare tendenza italica ad approfittare di tutte le occasioni per il proprio tornaconto, preferiamo cadere ogni volta dalla sedia quando ci vediamo perfettamente rappresentati dai nostri rappresentanti e li accarezziamo anche con epiteti farseschi, invece di appellarli, e appellarci, come meriteremmo: miserabili.