MARTIRI PROTOCRISTIANI D’ORIENTE, RICONOSCIUTI DA TUTTE LE CHIESE NONOSTANTE FOSSERO OMOSESSUALI
Preghiera a Sergio e Bacco
«Signore nostro Dio, nella vita di Sergio e Bacco,
noi possiamo ammirare le mirabili virtù
della lealtà e della fedeltà,
unite al loro amore reciproco e alla loro fede.
Bacco e Sergio, non furono uomini ipocriti e bugiardi,
né codardi o traditori.
Dona anche a noi sincerità e fedeltà,
lealtà nella nostra vita, nei nostri amori, nella nostra fede.
Per Cristo, nostro Signore. Amen.»
La Congregazione per la Dottrina della Fede si è recentemente espressa: non è possibile impartire benedizioni a unioni di persone dello stesso genere, perché attraverso questo atto sacramentale la Chiesa «chiama gli uomini a lodare Dio, li invita a chiedere la sua protezione, li esorta a meritare, con la santità della vita, la sua misericordia», mentre nelle relazioni LGBTQIAP+ non esisterebbe «fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia».
Scavando tra le agiografie meno conosciute, però, è possibile leggere di Sergio e Bacco, martiri cristiani venerati da tutte le chiese che ammettono il culto dei santi, tranne quella Cattolica che li ha de-canonizzati nel 1969 per mancanza di prove storiche, anche c’è chi ritiene che si tratti di una mossa politica. I due sarebbero stati soldati romani – il primo comandante e il secondo un suo subalterno -, vittime delle sanguinose persecuzioni d’Oriente attuate da Diocleziano nel IV secolo a.C., che si rifiutarono di compiere un sacrificio pagano e che, quindi, vennero uccisi: Bacco sarebbe stato flagellato a morte e lasciato insepolto, mentre Sergio venne decapitato.
Prima di essere trucidati, i legionari sarebbero stati costretti a sfilare per il castro vestiti da donna, a umiliazione del loro amore: alcuni testi sostengono che essi si fossero già uniti nella adelphopoiesis, l’usanza paleocristiana riconosciuta come una sorta di matrimonio omosessuale. Le Scritture raccontano che risposero salmodiando di essere vestiti come spose di Cristo e che, la notte della morte, Bacco apparve a Sergio promettendogli che avrebbero vissuto in Paradiso come amanti. I due vengono spesso descritti come «erastai» («amanti» in greco), prova essenziale per lo storico John Boswell della loro relazione sentimentale; inoltre l’iconografia medievale li ritrae spesso vicini, a volte con aureole intrecciate e, nell’opera di alcun* artist*, con il Cristo benedicente.
La venerazione per i due martiri fu sempre molto sentita, soprattutto in Oriente: la principale testimonianza devozionale resta la chiesa dei Santi Sergio e Bacco di Costantinopoli – la Piccola Santa Sofia, oggi moschea (Küçük Ayasofya Camii, in turco). Anche in tempi più recenti, molti artisti cristiani attestano la loro fede in questi due amanti: nel 1994, il pittore francescano Robert Lentz realizza un’icona che li raffigurava uniti, portata al Pride di Chicago, mentre Brandon Buehring ha dedicato loro un’opera in Amore leggendario: progetto di storia queer: «Per ricordare al popolo queer e ai nostri alleati i nostri sacri diritti di nascita». La vetrata donata nel settembre 2011 a una chiesa in Illinois da* parrocchian* LGBTQIAP+ è, invece, la prima opera negli Stati Uniti dedicata apertamente a Sergio e Bacco, come patroni eletti dalla comunità arcobaleno.
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