Salve, volevo sapere qualcosa di più sulle ragadi anali, soprattutto riguardo alle cause. Un amico di un mio amico ne soffre e volevo capire cosa ne favorisce l’insorgere.

Grazie!

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Ricordate quando a pranzo le nostre madri ci ricattavano moralmente con apocalittici presagi di fame e carestie in Burundi provocate irreversibilmente dal nostro disgusto per quei sei broccoli di contorno ai sofficini? Ecco, se avessero invece usato l’oscuro avvento delle ragadi anali come deterrente psicologico, vi assicuro che i broccoli saremmo andati a comprarli da soli. Avremmo rubato i loro soldi e la loro auto, investito code di pedoni, seminato devastazioni urbane, sorriso agli ergastoli, pur di sgommare il più velocemente possibile verso il primo Despar.

Il perché di questo prologo? La stitichezza.

La stipsi è infatti la prima causa delle ragadi e la prima causa della stipsi è un’alimentazione scorretta. Partiamo dalle presentazioni.

La ragade anale è una piccola lacerazione provocata da un’eccessiva dilatazione durante il passaggio delle feci. Dal momento che il canale rettale ha più terminazioni nervose che richiedenti asilo nelle prigioni libiche, tale passaggio risulta drammaticamente intenso. Le fitte si fanno più forti al momento della defecazione, soprattutto quando vengono espulse feci dure e voluminose che, per attrito, favoriscono la lesione delle pieghe anali.

Oltre la stitichezza, altri fattori scatenanti sono l’abuso di lassativi o il ricorso a manovre digitali – o sarebbe meglio dire analogiche – per favorire l’evacuazione.

In seconda posizione troviamo la diarrea, che impedendo il completo riassorbimento di acqua, elettroliti e nutrienti, trasforma le feci in una condanna per lesioni aggravate ai danni della mucosa anale, conferendo a esse un pH alcalino.

Fanalino di coda è il coito anale insieme a tutte le pratiche sessuali che prevedono l’inserimento di oggetti (dildo, anal plug, Buzz Lightyear, …) nel retto.

La presenza di ragadi causa uno spasmo dello sfintere anale interno – sapevate di avere due sfinteri? Sorpresa! – il cui controllo, a differenza di quanto avviene per l’anello più esterno, è indipendente dalla volontà dell’individuo. Tale condizione contratturale è responsabile della cronicizzazione del disturbo, perché, oltre a impedire la normale e fisiologica dilatazione dell’ano, ne ostacola l’afflusso di sangue e con esso la possibilità di guarigione spontanea.

La sintomatologia delle ragadi anali è piuttosto facile da identificare: di solito è il paziente che urla in stato semi-psicotico perché non va di corpo da due settimane. Il dolore associato alla defecazione è infatti particolarmente intenso, talmente fastidioso da spingere il paziente a temere il solo pensiero dell’evacuazione.

Tali ripercussioni psicologiche tendono ad indurre una stipsi secondaria o ad aggravare una stitichezza preesistente, rendendo ancor più tragica la successiva, e inevitabile, evacuazione.

La cosiddetta “sindrome dolorosa in tre tempi della ragade” non è il nuovo album di Lana del Rey ma si riferisce al decorso del dolore per la defecazione che si snoda in tre momenti tipici:

  • primo tempo “vivacissimo“: particolarmente acuto al passaggio delle feci;
  • secondo tempo “adagio“: attenuato per qualche minuto;
  • terzo tempo “de plus en plus“: riemergente con diversi gradi di intensità nelle successive tre o quattro ore.

Il solo aspetto positivo delle ragadi riguarda la relativa facilità con cui il disturbo si risolve autonomamente in un discreto numero di casi. Probabilmente non il vostro. Le lesioni più superficiali guariscono di norma nel giro di pochi giorni. In caso contrario, dopo aver pianto e maledetto generazioni di antenati, il primo approccio alla patologia prevede il ricorso ad integratori di fibre conditi da abbondanti quantità d’acqua da bere. È importante non esagerare con i supplementi dietetici altrimenti potrebbe sopraggiungere la diarrea e torniamo di culo al punto di partenza.

Bagni tiepidi, pomate anestetiche possono essere impiegati per tenere sotto controllo il dolore, per favorire l’allentamento dello sfintere anale interno e per scongiurare potenziali manovre suicide.

Non sottovalutate la possibile efficacia di farmaci ansiolitici, soprattutto se vivete in ambienti familiari e lavorativi ad alto contenuto di stress o se avete deciso di iniziare The Handmaid’s Tale.

Ricordate che l’intestino è il vostro secondo cervello.

Qualsiasi sia la reale entità del disturbo, la regolarizzazione dell’intestino è sempre e comunque un fattore essenziale per favorire la guarigione delle ragadi anali.

Augurandomi di esservi stato d’aiuto, vi invito a seguire regolarmente la nostra rubrica: chissà che all’amico del vostro amico non abbia bisogno di altri consigli.

Saluti peristaltici,
Il Bugiardino

immagine in evidenza realizzata da Claudia Tarabella

foto: Vincenzo Morteo