di Francesco Colombrita
Il suono del Guqin proietta la coscienza in un luogo diverso, una sorta di limbo. Lo spazio della possibilità ma anche della contraddizione, insite in una società che muta e si espande ma tarda a lasciarsi alle spalle la tradizione. Fallen flowers. Thick leaves, documentario cinese del 2016, cerca di mettere in luce queste criticità (facendo il punto della situazione sull’impatto moderno della rivoluzione culturale di fine anni ’60) con un focus sulla situazione femminile.
Diverse donne raccontano la loro storia di indipendenza, di emarginazione, di solitudine e di rinascita, guidate dall’aiuto di Hong Li, una consulente psicologa specializzata in questioni familiari e sessualità. “C’è un dislivello tra la grande crescita economica e quelli che sono i valori culturali storici. Le donne cinesi percepiscono lo stesso stipendio degli uomini, fin dall’avvento del socialismo, competono dal punto di vista di educazione e carriera. Tuttavia questo non si rispecchia nella sfera della sessualità”. È il “gap generazionale” di cui parla Christy, figlia perfetta quando si trova con i genitori ma che fuma e beve in compagnia degli amici, senza che a casa si sappia: “è il mio modo di proteggerli. Io ho controllo di me stessa ma loro si preoccuperebbero”.
Non dissimile la solitudine di Wen Wen, donna in carriera che non riesce a costruire una relazione per via del disappunto dei suoi partner circa il suo viaggiare da sola e la sua indipendenza. “Sono una Leftover” racconta “Ho molte amiche nella mia stessa situazione. Siccome non siamo sposate le famiglie fanno moltissima pressione”; emblematica la madre che non si risparmierà dal dirle che si considera un genitore fallito per non essere riuscita a educare la figlia come una onesta cinese. L’assenza di un marito, la pietà filiale, l’indipendenza sono solo alcuni dei tunnel che possono condurre una donna verso un’emarginazione sociale giocata sul filo delle ingerenze psicologiche. All’interno di queste sottili, ma rigide, pressioni la sessualità tende a scomparire dal dibattito, soprattutto quella femminile. Hong Li, tramite gruppi e associazioni, cerca di restituire alle donne una consapevolezza che parta dall’accettazione personale, ponendo un punto fermo sul soddisfare i propri bisogni, da non considerarsi più tabù. Uno spaccato interessante della Cina moderna che punta l’attenzione sul caso specifico dando spazio, però, a riflessioni di più ampio respiro.
Perseguitaci