di Vincenzo Branà
Mentre La Falla va in stampa, Donald Trump ha nuovamente conquistato l’apertura dei nostri telegiornali escludendo alcune importanti testate – dalla Cnn al New York Times – da una conferenza stampa ufficiale alla Casa Bianca. L’idea che il potere significhi potere di escludere è uno dei tratti più tipici ed evidenti del trumpismo e anche uno dei più premiati dall’elettorato americano, stando ad alcune analisi del voto. Esiste quindi una sintonia tra quella pratica particolare e il contesto – storico, politico, culturale – che ha permesso a quella pratica di raggiungere la vetta del mondo.
Nel potere di escludere dallo spazio pubblico (materiale o immateriale) non solo si realizza un attacco alle libertà individuali e ai relativi diritti ma si contraddice soprattutto il carattere pubblico di quello spazio, che viene cannibalizzato dal pensiero – e dalle norme, dalla cultura e dalle rappresentazioni – di una maggioranza. La cannibalizzazione degli spazi politici è quindi uno dei fenomeni che può raccontarci a posteriori un muro, cioè l’esercizio di un potere per tagliare fuori e marginalizzare il dissenso.
Come le ciambelle, non tutte le esclusioni, però, riescono col buco: il movimento femminista è protagonista ormai da mesi di un’imponente presa di parola collettiva a dispetto dell’indifferenza dei partiti e delle istituzioni e del racconto mediatico che ne fa emergere solo alcuni sprazzi, come si trattasse semplicemente di un fenomeno curioso. Nel percorso #Nonunadimeno – che è globale e che coinvolge movimenti in tutto il mondo, dall’America al Nord Europa – si realizza invece la possibilità di un cambiamento reale, di un sovvertimento che porta la politica fuori dai confini esclusivi del potere denunciando l’autoreferenzialità dei contenitori istituzionali. Il prossimo 8 marzo, lo sciopero globale delle donne rappresenta l’occasione di indicare una nuova agenda politica, che parla di libertà, di autodeterminazione, di salute, di welfare. Ma soprattutto quella giornata è l’opportunità concreta per riconquistare lo spazio pubblico, contrastando la cannibalizzazione di una politica in crisi, ipnotizzata dal proprio ombelico.
pubblicato sul numero 23 della Falla – marzo 2017
foto in evidenza: Il Post
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