(USA, 2019, 83’) V.O. SOTT.
Questa sera a Gender Bender verrà proiettato Cubby, film di produzione americana girato da Mark Blane e Ben Mankoff. Un’altra persona raggiunge la grande mela, riuscirà a realizzare i suoi sogni?
Quando uno strano ragazzo dell’Indiana arriva a New York non possono che succedere cose bizzarre. Mark ha ventisei anni ed è in cerca del proprio futuro lontano da casa, con la speranza recondita di diventare un artista affermato e di vedere esposti i suoi disegni in una galleria. Il mondo non è stato gentile con lui, che vive da tempo in una sorta di isolamento ricco di barriere psicologiche ed emotive, e il viaggio diviene un tentativo di riscatto vero e proprio. Per pagarsi l’affitto Mark trova lavoro come baby sitter e fa così la sua comparsa il piccolo Milo, bambino di sei anni non troppo socievole che stringerà col protagonista un rapporto di profonda intesa. Tra difficoltà economiche e relazionali interviene, come in molti racconti, un magico colpo di scena: un muffin pieno di allucinogeni finirà per gioco tra le mani di Mark e darà sfogo a un’interiorità repressa e fremente, appena sotto la superficie. In una moltitudine di strane apparizioni e visioni, il protagonista dovrà fare i conti con Leatherboy, supereroe della sua infanzia dotato di latex e frustino, giunto da chissà dove e deciso a trasformarlo in una persona più decisa e sicura di sé.
Cubby è una fiaba moderna che racconta la fragilità dei rapporti col mondo, innestandosi in quello spazio mai facile da abitare che è l’incontro tra il sé e l’alterità. La necessità di trovare un modo per essere ascoltati, una via di comunicazione, è il motore che muove le vicende. Non rimane che scoprire dove porterà la strada qui tracciata, e nondimeno se Mark riuscirà a percorrerla.
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